La Rhodense è una squadra che è situata a Rho, in provincia di Milano, nata nel 1913, dove i maschi, in passato ha militato in campionati di Serie C e D, e nella prossima stagione giocherà nel Girone F di Promozione Lombardia. A partire da quest’anno, il club rhodense avrà anche una formazione femminile che, partirà dalla Promozione e disputerà le sue partite nel Girone A.
A darci ulteriori dettagli sui progetti della Rhodense Femminile è Fabio Bruno, Responsabile del Settore in rosa della società arancionera.
Fabio com’è nato il progetto della Rhodense Femminile?
«Il progetto è nato nel 2019 da un gruppo di sette bambine che, nell’anno del Covid, hanno tenuto duro, continuando a lavorare con loro, per poi aumentare anno dopo anno il numero delle tesserate, che è partito realizzando l’Under 8, 12, 15 e 17 fino alla creazione della Prima Squadra. Abbiamo una struttura forte e di appartenenza».
Quest’anno ci sarà, per l’appunto, l’esordio nel calcio che conta. Che rosa è stata costruita?
«La rosa è stata costruita con un paio di idee: la prima è quella di avere un gruppo giovane e di talento, la seconda è che le calciatrici credano in questo progetto. La media della rosa è all’incirca di vent’anni, che costruiscano esperienza e che abbiano la giusta crescita».
Che obiettivi vi siete prefissati per questa stagione?
«Ci sono tutte le caratteristiche per fare bene, perché il gruppo è di buon livello, ma ha bisogno di tempo per amalgamarsi. In ogni caso, vogliamo essere protagonisti».
La squadra giocherà nel Girone A di Promozione Lombardia. Che torneo ci possiamo aspettare?
«È un bel girone, con squadre che hanno un’idea di esserci nel Settore Femminile. Di favorite, al momento, è complicato, perché il Como 1907, sebbene abbia il blasone, vuole fare ancora un anno di esperienza in questa categoria, l’Accademia Milano è un punto interrogativo, la Virtus Cantalupo, invece, non ha un settore giovanile, nonostante si sia mossa sul mercato».
Che impressioni ha sul calcio femminile in Lombardia?
«Sicuramente è un movimento attivo è in crescita, perché in Lombardia ci sono più squadre rispetto ad altre regioni, dove ci sono tante società che possono fare una pianificazione di livello».
Cosa manca al calcio femminile italiano per diventare grande?
«Manca la voglia delle società di credere nel Settore Femminile: certo, è difficile, perché ci vogliono strutture, allenatori e dirigenti, magari sacrificando qualche formazione maschile».
Che cosa vuole dire alle ragazze della Rhodense in vista della partenza del campionato?
«Alla Prima Squadra dico “diamoci dentro” perché ho visto in loro la passione che ci stanno mettendo negli allenamenti. Al mondo Rhodense dico di crederci nel calcio, perché è uno sport che ti dà tanto».
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia la Rhodense FC e Fabio Bruno per la disponibilità.