Nelle ore scorse la testata L’Ultimo Uomo ha intervistato Elisa Bartoli, romana e capitano della Roma. Questo un estratto delle parole del difensore impegnato nei Mondiali con l’Italia:
“Dico sempre alle ragazze di inseguire i propri sogni ed andare contro quelle parole che anche io in passato ho subito. Quelle chiacchiere secondo cui il calcio non è adatto a una donna. Io dico: non è vero, non c’è niente di impossibile. Non c’è niente di vietato, tutto è concesso. Giocavo semplicemente perché lo amavo. La cosa più bella è stata, a diciassette anni, giocare con calciatrici più grandi, le più forti di quel periodo. A quell’età arrivare subito ai massimi livelli, confrontarti con quelle giocatrici e prendere magari anche sette gol a partita, perché è successo anche quello, ti dà tanto a livello caratteriale, ti dà la forza di continuare nonostante tutto.
Esperienza alla Torres? La prima notte ho pianto. Ho chiamato mia sorella alle tre di notte dicendole che volevo tornare a casa. Mi ha risposto: non ti azzardare. Alla fine non sono più tornata e in tre anni mi sono innamorata anche della Sardegna.
Con la Roma non è facile vincere il campionato con tre squadre diverse. Però questo l’ho proprio cercato. Vincere a Roma è qualcosa di unico e speciale, solo chi vince a Roma può capirlo. È anche difficile, e noi ci siamo riuscite alla grande”.