Nelle ore scorse abbiamo raggiunto in esclusiva Giulia Domenichetti.
L’ex calciatrice della Nazionale apre la chiacchierata parlando dell’avventura ormai alle porte dell’ Italia al Mondiale:
“Non ho dubbi che le Azzurre abbiano tutte molta voglia di fare bene, di dimostrare di essere calciatrici di livello. Le giovani portano freschezza ed entusiasmo, indispensabili, ma in queste manifestazioni non vanno sottovalutate le motivazioni delle veterane, per le quali magari potrebbe essere l’ultima competizione internazionale. È un fattore che peserà e può alzare il livello. Giochi in maniera diversa, sai che non puoi permetterti di finire con i rimpianti”.
Sul girone delle ragazze della CT Bertolini il tecnico reduce dall’ esperienza al San Marino ci confida:
“L’opinione comune dice che possiamo giocarcela. In un Mondiale però gli equilibri sulla carta penso valgano poco. Dipende da troppi fattori, ad esempio, come ci si arriva a livello mentale, a livello di infortuni, di forma fisica, di entusiasmo, di serenità. La prima partita è sempre un terno al lotto, bisogna spezzare il fiato e anche la tensione, spesso anche gli episodi possono indirizzare considerevolmente una competizione del genere. Sarà importante partire bene”.
L’ex centrocampista, con trascorsi tra Senigaglia, Torres e Florentia, evidenzia poi la crescita delle nostre giovani:
“C‘è una forte spinta dal basso con le giovani che stanno emergendo, talentuose e fisicamente e tecnicamente preparate. Il livello medio è cresciuto e questo crea più competizione e più selezione. In Serie A arrivano sempre più straniere però quindi penso sarà soprattutto la B a dover farsi carico della crescita del vivaio italiano. Serve coraggio e lungimiranza nel puntare su questi profili e dargli anche l’ambiente giusto e gli strumenti per continuare il percorso di crescita, molti club lo stanno già facendo”.
La Domenichetti, che vanta 87 presenze in maglia Azzurra tra il 2005 ed il 2014 con 6 reti all’attivo, sul torneo poi aggiunge:
“Mi piace molto il calcio che esprime l’Inghilterra, di grande intensità, e la qualità della Spagna. Sono curiosa di vedere il Giappone. Per quanto riguarda le azzurre, penso che lo staff conosca meglio di tutti le giocatrici, il loro percorso, il loro stato di forma e la loro utilità rispetto alla loro idea. Quello che magari sarebbe indispensabile per me può non esserlo per qualcun altro. In molti hanno già espresso la loro opinione, personalmente non penso sia necessaria anche la mia, ora serve solo tifare Italia”.
La classe ’84 nata ad Ancona sottolinea poi l’importanza di Francia 2019:
“Quel mondiale ha segnato un punto di svolta. L’esplosione di una crescita importante anche per l’entusiasmo che ha saputo creare. Ora sarebbe il momento della continuità, e della stabilità. Molta più attenzione, molte più aspettative anche, molta più critica. Penso sia un momento delicato per le ragazzine che crescono ora, con molte più possibilità e di conseguenza con molte più aspettative e pressioni”.
La chiusura della Domenichetti è sui ricordi da calciatrice:
“Sicuramente penso di aver vissuto esperienze ed ambienti con grande senso di appartenenza e di comunità. Penso alla Torres degli anni d’oro, ovviamente, e al San Gimignano. Cose che restano tutt’ora e che alimentano una squadra e chi la vive, che permettono di ottenere risultati anche sopra gli standard. Cose che non dovrebbero passare in secondo piano mai. Dico sempre che un giocatore felice è un giocatore migliore.
Quando si è in qualche modo innamorati dell’ambiente in cui si lavora diventa tutto speciale”.