Kelly Chiavaro, estremo difensore classe ’96, nato in Canada, nella passata stagione è stata convocata dalla nazionale femminile italiana di beach soccer. Il portiere, che nel 2020-2021 ha vestito la maglia del Napoli Femminile, ora gioca in Brasile e precisamente nel Botafogo. Abbiamo raggiunto proprio il numero uno, che in passato ha giocato anche negli Usa ed in Israele, che sembrava destinata a difendere i pali del Flamengo.
“L’esperienza a Napoli? Giocare in Italia è sempre stato un mio sogno e avere l’opportunità di realizzarlo è stato indescrivibile. Anche se non ho giocato molto, perché era il mio primo contratto da professionista, ho amato ogni momento della mia stagione in Italia e sono migliorata molto. Credo che ciò che ha reso memorabile il mio periodo con il Napoli è che, a prescindere dal minutaggio, mi sono sempre sentita importante e parte della squadra. Sapevo che fare questa esperienza mi avrebbe aiutato a crescere facendomi capire che potevo avere successo come calciatrice. Il mio preparatore dei portieri Carmelo Roselli ha avuto un ruolo fondamentale in questo senso”.
“Il calcio in Sudamerica, in particolare in Brasile, è decisamente migliore di quanto si possa pensare. La qualità è estremamente buona e quando sono arrivata qui sono rimasta colpita dalla bravura delle giocatrici e dagli investimenti nel femminile. Inizialmente avevo firmato con il Flamengo, poi ho deciso di cambiare squadra e di unirmi alla migliore della seconda divisione, il Botafogo, per avere un ruolo più importante e l’opportunità di mostrare il mio potenziale. Sia la prima che la seconda divisione brasiliana sono molto competitive, la nostra stagione è appena iniziata e sono estremamente entusiasta di questo viaggio. Voglio aiutare la squadra a essere promossa in prima divisione”.
“Crescere in Nord America ha avuto vantaggi e svantaggi. In Canada lo sviluppo del femminile è molto buono in particolare per le giovani, poi il tutto diventa un po’ limitato poiché il Canada non ha ancora una lega professionistica femminile. Per questo ho deciso di trasferirmi negli Stati Uniti per giocare nella NCAA e allo stesso tempo laurearmi. Ritengo che sia estremamente importante per gli atleti completare l’università e conseguire una laurea, soprattutto una per il dopo carriera. Il periodo trascorso tra Canada e Stati Uniti è qualcosa che porterò con me per il resto della mia vita, perché è lì che sono cresciuta e ho sono diventata la giocatrice che sono oggi”.
“Credo che la differenza principale tra il calcio in Nord America, Europa e Sud America sia il finanziamento e le risorse destinate al femminile. Ad esempio, le sfide che le donne devono affrontare in Nord America, a causa della mancanza di fondi e risorse, sono uno dei motivi principali per cui molte giocatrici non riescono a diventare professioniste. Credo che in Europa la situazione migliori di anno in anno, ma durante il mio soggiorno in Italia ho constatato che ci sono ancora miglioramenti da fare. In Brasile, ad esempio, quasi tutte le partite si giocano nello stadio maschile ed, inoltre, quasi a ogni partita ci sono migliaia di tifosi che vengono a sostenere le squadre. Credo che questo sia incredibile e dimostri che il calcio femminile si sta evolvendo. In Brasile, poi, molte squadre hanno i fondi per pagare molto bene le proprie giocatrici. In tutta onestà, credo che questa sia una delle principali differenze tra il calcio europeo e quello brasiliano. In Italia, almeno fino allo scorso anno, era difficile vivere con uno stipendio da calciatrice. In Brasile, invece, molti giocatrici sono in grado di vivere molto bene e allo stesso tempo di risparmiare per il futuro”.
“Avere l’opportunità di indossare la maglia della nazionale è stata una sensazione indescrivibile. Sentire l’inno nazionale prima della partita e rappresentare l’Italia è un sogno che ho dall’età di 6 anni ed è stato un onore poterlo fare. È stato anche un grande orgoglio per la mia famiglia italiana poter rappresentare questo Paese. Spero di avere la possibilità di rappresentare l’Italia ancora in futuro. In futuro vorrei giocare anche con la Nazionale di calcio a 11. Sono una persona che vive giorno per giorno e che lavora duramente per raggiungere i propri obiettivi, crescendo sia come persona che come giocatrice. Confrontarmi con diverse culture e stili di calcio mi ha aiutato molto e sto lavorando duramente ogni giorno per avere l’opportunità di rappresentare la Nazionale ed essere pronto per quando questa opportunità arriverà”.