Il Como Women è tornato in campo nel weekend, ad un mese esatto dall’ultima partita ufficiale disputata, ed ha ottenuto un buon pareggio per 1-1 contro una diretta rivale come la Sampdoria. Un risultato che non smuove più di tanto la classifica, ma rimane comunque molto importante, anche considerando che la squadra di de la Fuente era andata in svantaggio nel primo tempo e si è ritrovata a dover recuperare il punteggio nei secondi 45 minuti. A riportare il risultato in parità e regalare un punto al Como ci ha pensato Matilde Pavan, con un tiro a giro molto preciso che si è infilato all’incrocio dei pali; e dopo il gran gol, c’è stata anche la dedica: Matilde è corsa in panchina ed ha esposto verso la tribuna la maglia della compagna Greta Di Luzio.
La numero 19 comasca, infatti, ha appreso nelle scorse ore che il problema al ginocchio accusato durante l’allenamento congiunto della scorsa settimana è più grave del previsto e la terrà lontana dal campo per un lungo periodo. Gli esami strumentali, infatti, hanno evidenziato la rottura del legamento crociato, infortunio per il quale i tempi di recupero sono non inferiori a sei mesi.
Un brutto colpo al morale della centravanti classe 99, che le compagne hanno cercato di risollevare, dedicandole il gol del pareggio contro la Sampdoria: “Sicuramente per me è stata una forte emozione – ha dichiarato Di Luzio – perché oltre ad aver siglato la rete del pareggio in una partita decisiva, le compagne hanno esultato con la dedica verso di me, con la mia maglia esposta. È stata un’emozione forte e mi ha aiutato tanto, perché ho sentito le compagne vicine, mi sono sentita ancora parte integrante della squadra, anche se non potevo scendere fisicamente in campo“.
Ora la strada è tutta in salita, Di Luzio si opererà al ginocchio ad inizio aprile e poi inizierà il lungo percorso di riabilitazione, che la vedrà tornare in campo tra circa sei mesi. “È il primo infortunio della mia carriera calcistica – rivela Greta – non ho mai avuto nessun dolore che durasse più di due giorni. Quindi per me adesso è davvero difficile pensare che non potrò giocare a calcio per sei mesi. È un duro colpo per quanto mi riguarda, però sto cercando di vivere questo infortunio come un qualcosa da affrontare giorno per giorno, senza pensare troppo alle tempistiche, ma a cosa posso fare per migliorare. La vivo un po’ come una sfida personale, cerco di vedere i lati positivi e penso che questo momento di difficoltà, paradossalmente, possa aiutare la mia crescita personale“.
In ultimo un pensiero finale di riconoscenza per l’aiuto ricevuto: “Ci tengo a ringraziare la società e, in particolare, lo staff sanitario per la prontezza con cui è stato gestito il mio caso. Spero di poter tornare al più presto in campo“.