Ogni donna ha una storia, di amore, di scelte, di conquiste. In occasione dell’8 marzo e della Giornata internazionale della donna abbiamo deciso di raccontare quella di Kirvil Odden, portiere norvegese della Sampdoria Women. Trent’anni, sposata con Charlotte, ha un figlio di nome Aksel e da sempre si impegna nella difesa dei diritti umani, in particolare quelli della comunità LGBT. «Il calcio femminile è un ambiente aperto in questo senso – spiega –. È normale che una donna stia con un’altra donna. In molti pensano che non ci siano problemi e personalmente non ho mai incontrato difficoltà. Purtroppo però c’è ancora chi non lo accetta».
Diritti. «Mi intristisce il fatto che in alcuni Paesi – prosegue la numero 12 blucerchiata – non ci siano gli stessi diritti che abbiamo ad esempio in Norvegia. E penso sia importante lottare per quelle donne affinché possano vivere la stessa vita che posso vivere io. È davvero triste che si vada in prigione o si muoia assassinate perché sia ama un’altra donna».
Madri. L’apertura al dialogo e al confronto risulta fondamentale per comprendere e accettare. «Il mio obiettivo è sensibilizzare le persone – dice Odden -, spiegare a chi non capisce. Sono sempre disponibile a rispondere alle domande sulla mia vita, su come abbiamo avuto un bambino e cose di questo tipo. Siamo due donne che cresciamo un figlio e pensiamo che crescerà come tutti gli altri. Nostro figlio sa di avere due madri: per lui è normale, così come è normale che un suo compagno di asilo abbia una madre e un padre. La cosa più importante è parlarne e rendere la cosa normale».
Parità. «Sogno il giorno in cui le donne avranno le stesse possibilità degli uomini – conclude l’estremo difensore -. Che sia a livello di stipendio, di opportunità lavorative, di essere a capo di un’azienda importante. Deve esserci parità. Spero che con il tempo arriveremo ad avere le stesse opportunità. E spero che le bambine e le ragazze di domani vedano che per le donne non esistono limiti».