È iniziato il countdown per la Coppa del Mondo Femminile 2023, la nona edizione ufficiale della manifestazione che si svolgerà in Australia e in Nuova Zelanda dal 20 luglio al 20 agosto 2023. Nella top five delle squadre con il miglior ranking a livello mondiale c’è la Francia. Tuttavia, la Nazionale transalpina sta attraversando un periodo di profonda crisi, dovuta in primis alla sfiducia delle sue giocatrici nei confronti dell’ormai ex commissario tecnico, Corinne Diacre.
Quando si parla della Francia Femminile si tende immediatamente ad associare la formazione ad un’icona: Wendie Renard, colei che in campo indossa la fascia al braccio, colei che della squadra è il punto di riferimento, colei che rappresenta il proprio paese, i propri colori e i valori della propria società. Il capitano di calcio, così come il capitano di qualsiasi sport, del resto, è sinonimo di buon esempio, di serietà ma anche di credibilità, dentro e fuori dal campo.
Pertanto, proprio per quei valori precedentemente citati, pochi giorni dopo aver vinto il Tournoi de France con la sua selezione, la calciatrice con un comunicato ha annunciato la sua volontà di non partecipare al torneo: “Ho difeso la maglia biancorossablù 142 volte con passione, rispetto, impegno e professionalità. Amo la Francia più di ogni altra cosa, non sono perfetta, tutt’altro, ma non posso più avallare il sistema attuale, lontano dai requisiti richiesti dal massimo livello”, inizia così il messaggio ai fan che ha lasciato su Instagram assieme a una foto che la ritrae con una mano sul cuore. “È un giorno triste ma necessario per preservare la mia sanità mentale. È a malincuore che vi mando questo messaggio per informarvi della mia decisione di fare un passo indietro rispetto alla squadra francese”, prosegue. Infine, prima di ringraziare i tifosi per il sostegno conclude: “Il mio viso può mascherare il dolore, ma fa male e non voglio soffrire più. Purtroppo non farò questi mondiali in queste condizioni”.
Poche ore dopo, altre due compagne si sono ritirate dalla squadra. Si tratta di Kadidiatou Diani e Marie-Antoinette Katoto che con un post sui social sembrano però fare riferimenti a presunti dissapori con lo staff dei Blues. Solidarizzano con il ritiro di Renard, ma chiedono “cambiamenti necessari” e riferiscono che loro e la squadra “non sono più in linea con i valori trasmessi”.
Questo annuncio è stato un fulmine a ciel sereno per il calcio femminile francese, che a pochi mesi da un Mondiale in cui le Bleues sperano di vincere il loro primo titolo internazionale, si sono ritrovate senza dei punti cardine. Se non specifica chiaramente i motivi della sua partenza, il difensore del Lione ha aperto un nuovo capitolo nel suo complesso rapporto con l’allenatrice, che le aveva tolto la fascia di capitano al suo arrivo nel 2017, prima di restituirgliela a settembre. Inoltre, secondo quanto rivelato da Katoto, “Renard avrebbe provato a sistemare la situazione parlando con Diacre, ma purtroppo non ha funzionato. Quindi è complicato muoversi verso lo stesso obiettivo quando c’è di fronte una persona abbastanza chiusa, che non vuole discutere con il suo capitano”. Sono tornate attuali in questa situazione anche le parole dell’ex portiere titolare Sarah Bouhaddi, che nel 2020 ha criticato il “clima molto negativo” attorno alla guida tecnica, ritenendo che fosse “impossibile vincere un titolo con questa allenatrice”.
Qualche settimana fa, dopo le polemiche e le prese di posizione delle calciatrici, è finalmente arrivato il comunicato: il Comitato Esecutivo della FFF, composto da Laura Georges, Aline Riera, Jean-Michel Aulas e Marc Keller, ha annunciato l’esonero di Corinne Diacre come allenatrice della Nazionale francese di calcio femminile “per via di una frattura che ha raggiunto un punto di non ritorno e che nuoce agli interessi della Nazionale a pochi mesi dall’appuntamento iridato”. Un cambio di allenatore che la FFF inquadra in una strategia a favore dello sviluppo del calcio femminile e delle prestazioni della squadra francese nella prossima Coppa del Mondo 2023 alle Olimpiadi del 2024 che si disputeranno proprio in Francia.
Renard, un emblema del calcio femminile che merita il Mondiale
Wendie Renard, oggi una delle calciatrici più influenti ed ammirate in Francia, non ha avuto un’infanzia molto felice. Nata il 20 luglio 1990 a Schoelcher in Martinica, ha infatti avuto il dolore di perdere, dall’età di 8 anni, suo padre, Georges, vittima di un cancro ai polmoni. Una forza mentale che è stata senza dubbio la sua migliore alleata per riuscire a lasciare il segno nel calcio femminile. Inizia a giocare dai 7 anni nelle formazioni giovanili miste dell’Essor-Préchotain e nel 2005 si trasferisce in Francia e continua l’attività nel Rapid Club du Lorrain dove milita fino all’anno successivo, quando le sue prestazioni attirano l’attenzione degli osservatori dell’Olympique Lione, società femminile con sede a Lione con il quale sottoscrive un contratto dalla stagione 2006-2007, rimanendo negli anni ai vertici della Division 1 Féminine, il massimo livello del campionato francese di calcio femminile e delle competizioni internazionali, la UEFA Women’s Cup, divenuta UEFA Women’s Champions League dalla stagione 2009-2010.
Quindici campionati francesi (dal 2007 al 2020 e 2022), 9 Coppe di Francia (2008 e dal 2012 al 2020), otto Champions League (2011, 2012, dal 2016 al 2020 e 2022) senza dimenticare il Champions Trophy nel 2019: il record di Wendie Renard con l’Olympique Lyonnais è pieno. Con Les Bleues, ha vinto il Tournoi de France (2020 e 2022), la Cyprus Cup (2012 e 2014) e la SheBelieves Cup nel 2017.
Dal suo debutto professionistico, Wendie Renard ha indossato per la prima volta la casacca della Nazionale transalpina nell’ormai lontano 2011. Nel 2015 è stata eletta nella top 11 delle migliori calciatrici della Coppa del Mondo nonostante il fallimento della Francia nei quarti di finale. Nel 2018, è stata una delle rare giocatrici ad aver superato il traguardo delle 100 presenze in Nazionale. Lo stesso anno, il suo nome è apparso nell’elenco delle giocatrici nominate per il primo Pallone d’oro femminile.
Un’assenza che peserà molto e non soltanto per un Paese intero, ma anche per le appassionate e gli appassionati di calcio più romantici che non riescono ad immaginare un Mondiale senza l’emblematico capitano che meriterebbe senz’altro di rappresentare e difendere, senza alcuna forma di limitazione, i propri colori. La speranza ad oggi è che dopo l’esonero di Corinne Diacre ci possa essere anche il ritorno di Renard.