Un’Italia che, nonostante non sia una delle migliori viste in campo, strappa una discutibile vittoria per un 2 a 1 contro un avversario fuori forma, ma che riesce comunque a segnare.

Un primo tempo in cui abbiamo visto Caruso realizzare un bel gol di testa nei primi 6 minuti, seguito da diverse altre opportunità, che non si sono realizzate a causa di un attacco aggressivo ma un po’ caotico. Vediamo Serturini che esordisce nel torneo e prova a realizzare, come Giacinti e Cantore, ma senza successo. Un primo tempo positivo, con un attacco vivace ma inconcludente: diversi falli ed una difesa che non sempre e’ compatta.

Tutto bene o quasi all’inizio del secondo tempo, che riprende con Orsi al posto di Lenzini, con l’attacco sempre in prova di realizzazione gol e con Giacinti che esce al 60’ sostituita da Catena. Seguiranno altri due cambi che porteranno Bonansea al posto di Serturini in attacco e Rosucci al posto di Greggi al centro campo. Italia che difende più in profondità e che al 66’ paga l’inesperienza del Baldi – oggi al suo esordio in porta: riceve il pallone e in maniera insicura e lenta, lo passa a Filangeri, che non e’ in posizione, come invece lo e’ Hwayeon Son che lo triangola a Soyun Ji (ex Chelsea) via Yuri Choe: Ji che non perdona e segna. Ci vorranno altri 30 minuti circa perche’ Rosucci riceva l’assist di Bonansea per un gol in possibile fuorigioco. La Repubblica di Corea che si lamenta per l’ingiustizia subita, ma non essendoci VAR non si puo’ che accettare il verdetto del campo e vedere uscire le Azzurre su una vittoria.

Caruso, giustamente premiata come miglior giocatrice della partita.

Ancora una volta vediamo un’Italia sperimentale, sempre con grossi problemi di difesa e con troppo imprecisioni sui fondamentali (non si contano gli errori nel passare o ricevere il pallone con precisione). Un primo tempo migliore del secondo, ma una partita lenta e molto lontana da quella vista domenica contro l’Inghilterra, nonostante un bel vantaggio e un’energia positiva fino all’intervallo. Un attacco che funziona a singhiozzo, in cui Serturini si fa trovare a volte in ritardo e dove spesso manca il supporto all’attaccante. Il “blocco compatto” non si vede, ma come dichiarato in conferenza stampa pre-partita, “occorre vincere” e si e’ vinto.

Un’Italia che esce da questo torneo al terzo posto, ma con una fragilità percepibile ed un po’ di confusione. La percezione che ho del gruppo e’ un gruppo coeso ma un po’ perso: le capacita’ ed i punti di forza delle singole sembrano perdersi in una marea di confusione. Mi piacerebbe ci fosse qualcuno neutrale che chiedesse loro: quanto realmente credete in questa squadra? Cosa a livello tecnico-tattico cambiereste e cosa non vi fa avere fiducia? Perche’ e’ chiaro che, con gli errori che si vedono, qualcosa c’e’ che non va. Come si dice qui in Inghilterra “We do not talk about the elephant in the room” (Non parliamo dell’elefante nella stanza) ma prima o poi qualcuno dovrà parlarne e speriamo accada presto e abbastanza prima della partenza per il Mondiale.

Io credo che abbiamo buone giocatrici, alcune non sfruttate al meglio, e che occorra rinnovare la preparazione (almeno quella fisico-mentale) alla partita: lavorare sull’intensità, sull’impatto psicologico e forse, sarebbe anche ora, inserire uno psicologo dello sport legato alla performance… Queste sono solo idee e spunti di discussione: sarebbe interessante sapere cosa ne pensa la Bertolini, ma purtroppo non sono cose che si possono chiedere in conferenza stampa.

Natascia Bernardi
Appassionata di calcio femminile dagli anni 90, prima portiere, poi arbitro ed ora allenatrice con il patentino di UEFA B in via di lavorazione. È attualmente Head Coach per QPR U12 Girls e allenatrice della squadra femminile di un College. Ambasciatrice per Kick It Out - l'associazione inglese contro ogni forma di discriminazione, se non su un campo da calcio o sugli spalti di uno stadio, la si può incontrare in qualche caffè indipendente intenta a leggere una biografia calcistica o un libro di narrativa italiana. Adora ascoltare BBC radio 2 o musica anni 80 quando guida anche se preferisce podcast calcistici in autostrada. I suoi miti calcistici femminili sono: Carolina Morace e Mia Hamm. Ha vissuto un po' ovunque ma ora è di base a Londra.

1 commento

  1. Avrei voluto vedere in campo Bonfantini, Severini, Polli…

    Sarebbe ora di cambiare, anche subito. Com’era quella storia sulla famosa clausola liberatoria nel contratto di Rita Guarino con l’Inter?

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