Cristiana Girelli ha dato lezioni di calcio per un mese intero.
Un mese nel quale ha segnato quasi contro tutti, in qualsiasi competizione e in modo sempre diverso.
Di testa, su punizione, in rovesciata, su rigore, in tap-in.
La verità è che quando Girelli è in forma sembra che lei e il pallone vivano un rapporto regolato dalla legge dell’attrazione: ogni cross finisce sulla sua testa nonostante l’area affollata e ogni deviazione finisce tra i suoi piedi.
Quando una giocatrice è in fiducia brilla di una luce diversa rispetto a tutte le altre ma è in grado al contempo di illuminare e trascinare con sé tutto ciò che la circonda.
Nelle sei partite giocate a gennaio dalla Juventus l’attaccante bianconera non ha trovato il gol solamente in due match, quelli contro Sassuolo e Pomigliano.
Iconici per esecuzione, invece, i due gol segnati contro il Chievo in dieci minuti; il primo, in rovesciata da terra sollevandosi con un braccio per coordinarsi e calciare in rete, e il secondo su punizione mirando l’angolo in basso a destra, unendo potenza e precisione. Ad un passo dall’essere la prima nella storia della Juventus Women a raggiungere le 100 reti in Serie A, Girelli continua a dimostrare di essere una giocatrice a cui è difficile rinunciare per ragioni che spesso prescindono il numero di gol: il modo in cui si sacrifica per la squadra, l’atteggiamento sempre propositivo e il lavoro spalle alla porta spesso prezioso per i meccanismi di gioco.
In quattro stagioni alla Juventus Cristiana Girelli ha collezionato quattro scudetti, due Coppa Italia e tre Supercoppa; è stata capocannoniere due volte di fila e ha vinto il premio “Calciatrice dell’anno AIC” per due anni consecutivi.
Alla luce di tutti questi traguardi, conservare ancora oggi la stessa fame di sempre è un fatto che dal punto di vista umano ed agonistico ha a che fare con qualcosa di straordinario.