È stata una partita giocata in maniera molto diversa, quella del Torino Women contro l’ospitato Pianezza, rispetto alla gara d’andata. E sotto molti aspetti: sia tattici che comportamentali.
Pur affidandosi al medesimo 4-4-2 della prima gara, anche se con protagoniste leggermente diverse causa defezioni (Prundeanu in porta, Furione e Caveglia Cresto terzini con Tesse e Maiella centrali difensivi, Capello vertice basso e Zappone vertice alto di un centrocampo a rombo che prevedeva Molinar Min e Calabrese esterni, Cavallo e Martinetto terminali offensivi), mister Domenico Barone lo ha plasmato in modo molto più compatto ed aggressivo, con l’obiettivo di contrastare la costruzione del gioco avversario sin dall’avvio dell’azione, limitando inoltre le avanzate degli esterni bassi per non concedere altre praterie alle ripartenze altrui, riducendo gli spazi fra i componenti della difesa.
La maggior compattezza, ovviamente, garantiva un pressing più immediato ed efficace: infatti al Pianezza, per tutto l’arco della gara, non sono riuscite le giocate che sette giorni fa avevano garantito il successo.
Anche l’allenatore ospite, Mario Bizzocco, si affidava ad uno schema analogo a quello della prima sfida: unica variazione, la rinuncia alla terquartista per far spazio a due punte di ruolo (Streva e Raccagni), coperte da due linee molto vicine (quella mediana, composta da Uras, Di Benedetto, Pellizzaroli e Neri Coello, davanti a quella difensiva, con Pasqualone, Sorleto, Nigro e Tassin) posizionate fra linea mediana e portiere (la confermata Jiang).
Il confronto aveva inizio dopo il minuto di silenzio che l’arbitro, il signor Andrea Bovolenta Patergnani della sezione di Collegno, concedeva in commemorazione della tragedia che nei giorni scorsi ha colpito Ischia.
Le ragazze di casa sembravano ancora risentire del k.o. patito in trasferta: pur prendendo in mano le redini del gioco, apparivano però timorose, rendendosi pericolose solo con un destro di Andrea Giulia Martinetto (al sesto minuto) finito alto di non molto. Le paure della squadra granata, però, trovavano conferma al 20’, quando l’incubo rappresentato dalla gara d’andata tornava a farsi realtà: colpita da un veloce contropiede, la Torino Women si salvava in angolo. Dagli sviluppi del corner, Patricia Prundeanu era chiamata ad una respinta aerea che però, rimasta corta, faceva finire la sfera nel raggio d’azione di Valentina Neri Coello la quale, con un tap-in di testa, la depositava nella rete ormai sguarnita.
La gara si faceva subito nervosa, anche se non cattiva, con i due mister che alimentavano la tensione: quello di casa lanciando urlacci alle sue ragazze per correggere le loro inesattezze di movimento, e quello ospite facendosi ammonire per proteste.
Comunque fosse, l’andamento del match non ricalcava più il clichet del primo confronto: la difesa torinista non si disuniva e non concedeva più spazio alle ripartenze, mentre il centrocampo applicava un pressing asfissiante ed immediato, che impediva alle ragazze pianezzesi di ragionare con lucidità, una volta riconquistata palla.
Le azioni pericolose, però, latitavano e le due contendenti sembravano più impegnate a stuzzicarsi, che a volersi fare veramente del male…
La svolta arrivava al 32’, quando Sofia Tesse commetteva fallo di mano al limite della propria area: sulla punizione successiva, magistralmente calciata dall’esperta Daniela Sorleto, il pallone era diretto verso il sette della porta granata, ma la Prundeanu si superava deviando la sfera sulla traversa. Questa, la riproiettava sul piede di Federica Tassin, a tre passi dalla porta nuovamente indifesa. Il raddoppio era ormai cosa fatta, salvo che il terzino pianezzese, forse colta di sorpresa, centrava clamorosamente il palo e l’azione… sfumava.
Come gli appassionati sanno benissimo, nel calcio una regola vale sovrana: “gol fallito, gol subito”. E difatti, due soli minuti più tardi, un preciso diagonale rasoterra, di Valentina Zappone, non concedeva scampo infilandosi alla base del palo destro della porta ospite!
Da questo momento, la gara diventava praticamente un monologo della squadra di casa: le ragazze granata aumentavano impegno e concentrazione, schiacciando le avversarie nella loro metà campo.
Al 38’ Stefania Jiang, in coraggiosa ed efficace uscita bassa, anticipava Lucrezia Calabrese, stupendamente imbucatasi per cercare di sfruttare un altrettanto delizioso passaggio filtrante di Martina Capello, mentre 120” dopo la stessa Calabrese metteva la palla in rete dopo aver saltato anche l’estremo difensore ospite, ma secondo il direttore di gara commettendo fallo proprio ai danni della numero uno, annullando di conseguenza la marcatura.
La prima frazione si concludeva così, dopo una bella punizione della Capello bloccata in sicurezza dalla Jiang, sul risultato di parità (1-1).
Alla ripresa del gioco, sul piano caratteriale, il Pianezza pareva essere rimasto negli spogliatoi: il match diventava monopolio delle granata, con il loro estremo difensore impegnato solo a fare esercizi di riscaldamento, per non patire troppo il freddo pungente.
Con la formazione pianezzese ancora formalmente qualificata al turno successivo, le occasioni per le toriniste fioccavano a ripetizione: a parte le vibranti proteste per un possibile fallo di mano della Sorleto in area (49’), comunque non sanzionato dal direttore di gara, la Tesse obbligava la Jiang ad alzare in angolo un insidioso tiro a fil di traversa (51’), mentre poco dopo (56’) era Chiara Pasqualone, in disperato recupero, ad evitare sulla linea di porta una rete ormai certa. Al 62’, poi, la Capello calciava alto da buona posizione, dopo un batti e ribatti in area.
La lancetta dei minuti compiva un solo giro del quadrante e la doppia sfida tornava globalmente in parità, grazie alla girata di testa che Martinetto, su cross dalla destra della Molinar Min, realizzava dall’interno dell’area piccola.
Il vantaggio dava ancor più vigore al ritmo della Torino Women, che si faceva tambureggiante: il Pianezza non riusciva più a ripartire, restando compresso nella trequarti difensiva, con la coppia d’attacco sempre prontamente pressata e disinnescata, incapace di far salire il baricentro della squadra. Alla mezz’ora della ripresa, è Giorgia Cavallo a spaventare le avversarie, centrando in pieno la traversa.
A furia di insistere, però, la formazione granata riesce a sfondare l’accentuata difesa ospite ed a siglare non solo la marcatura del complessivo vantaggio, ma pure quella della quasi sicurezza: a realizzarle, una precisissima Molinar Min che, prima, mette a segno una pregevole ed inarrivabile (per la Jiang) punizione all’angolino alto (82’) e poi, dopo altri tre soli minuti, scaglia un tiro dal limite altrettanto preciso, che s’infila appena sotto alla traversa della porta ospite.
Il terrificante uno-due non scuote le pianezzesi, che continuano a subire: dopo un esterno sinistro della Cavallo, sibilato fuori a fil di palo, quasi allo scadere ecco che arriva anche il 5-1, con cui si chiude la contesa. A siglarlo è la stessa giocatrice, che trova la gioia personale depositando in rete la sfera, con un tocco sotto misura.
Se, la settimana passata, era stato impossibile concedere la sufficienza alle granata, questa volta hanno disputato una gara praticamente perfetta, meritandosi tutte quante un’ampia promozione. Difficile fare graduatorie di merito, ma forse alla Elisa Molinar Min potrebbe essere concesso quel mezzo voto in più rispetto alle, già ottime, compagne: la sua doppietta d’autore, in fondo, oltre ad essere devastante per il morale avversario, ha letteralmente proiettato il Torino Women al turno successivo di coppa.
Difficile anche valutare la prestazione delle ragazze ospiti: il loro impegno è parso pari a quello evidenziato nella gara d’andata, ma se la resa questa volta è stata inferiore, probabilmente, è stato più per la feroce volontà rivale, che non per proprio demerito.
Comunque voglio precisare che i due goal del Torino Women non sono opera di Molina Min ma di Caveglia Cresto Vittoria quindi dovreste correggere l’articolo grazie