Una Torino Women che ha dovuto affrontare parecchie assenze, è comunque riuscita ad avere la meglio (4-1) su di una Cit Turin apparsa forse inferiore, sul piano del tecnico-tattico, non certo su quello dell’impegno e della grinta.
Schierata con il solito 3-4-3, che in fase di non possesso si tramuta in un 3-5-1, la compagine granata ha però iniziato non bene la partita, giocando contratta ed innervosendosi. Per contro, le ospiti (in maglia bianca) hanno affrontato la sfida posizionandosi col 4-4-2, ma molto compatte e motivate.
La partita non è mai risultata bella, ma molto spezzettata (anche se non condizionata dal buon arbitraggio, in stile molto british, del signor Gerardo Imperiale della sezione di Torino), piuttosto nervosa e con un andamento a “strappi”. Nessuna delle due contendenti riusciva a prendere il sopravvento, con gli estremi difensori che erano chiamati solo all’ordinaria amministrazione. Le granata, come già sottolineato, tendevano a battibeccare fra loro, mentre le ospiti, forse più concentrate, evitavano di concedere spazi al fraseggio altrui.
Tant’è che, nella prima parte di gara, erano proprio le ragazze di mister Fulvio Frisullo, ad insidiare i pali della porta avversaria. Per due volte, ci provava l’ala destra Salimata Seye (sicuramente la più intraprendente delle sue) a sbloccare il risultato: al 9’, su colpo di testa, trovava solo una traiettoria centrale, ben controllata dalla Patricia Prundeanu (il portiere di casa), mentre al 17’, con un chirurgico sinistro dal limite, trovava l’angolino basso dove l’estremo difensore avversario non poteva arrivare.
Lo svantaggio non pareva scuotere il Torino, ed allora l’allenatore Domenico Barone decideva di modificarne l’assetto in campo (20’), passando ad un 4-4-2 che potesse maggiormente controllare lo schieramento rivale. La Lombardo veniva così riproposta come terzino destro in una difesa a quattro, mentre la Calabrese si spostava larga, sempre sulla fascia destra ma più avanzata rispetto alla compagna.
La mossa sembrava subito dare i suoi frutti, con le toriniste che pur faticando riuscivano a costruire qualcosa di meglio e tre minuti dopo, su ingenuo fallo di mano in area della stessa Seye (che giostrava a tutta fascia e provava a contrastare un probabilmente innocuo traversone, dalla propria destra difensiva) trovava il rigore che le permetteva di pareggiare. A calciarlo, con un preciso tiro alla destra della numero uno ospite (Susanna Gindri) era l’ex ala destra di casa, ora schierata esterno basso, Arianna Lombardo.
Nonostante il pareggio, il gioco granata continuava a non fluire in maniera corretta e veniva rintuzzato dalla Cit Turin senza eccessivi problemi. Il pallone stazionava principalmente nella zona centrale del campo e le occasioni risultavano piuttosto rare: un tiro centrale della regista di casa, Martina Capello, al termine di un ficcante contropiede (29’), ed un altro, analogo, della sempre presente Seye per le ospiti (33’), entrambi facilmente controllati dai rispettivi portieri.
Quando il gioco si impantana, in continui batti e ribatti senza costrutto, può essere solo la classe dei singoli a sbloccare la situazione. Così, al 35’, la Lombardo riceveva la palla sulla propria trequarti e partiva a razzo sulla fascia di competenza, lasciando praticamente sul posto un paio di sorprese avversarie. Arrivata sull’altra trequarti, quella offensiva, tendeva ad accentrarsi e, sicuramente agevolata dal movimento della Lucrezia Calabrese (che allargandosi sulla destra, le creava spazio) fingeva di voler smistare la sfera, mentre invece saltava in slalom altre due avversarie e con uno spettacolare destro, scoccato da una dozzina di metri dal fondo, la piazzava perfetta nel sette alla sinistra della Gindri.
Una rete di rara bellezza che, questa volta si, riusciva a scuotere l’orgoglio di casa, con le granata che chiudevano il tempo all’attacco.
Solo un minuto dopo il raddoppio, infatti, alla Capello veniva deviato in angolo un destro velenoso, mentre al 38’ era nuovamente la Lombardo, al termine di un’azione manovrata, che si vedeva respingere il tiro da un’uscita spettacolare della Gindri, con successiva botta alta della Calabrese.
Poco prima dell’intervallo (40’), mister Barone era costretto a sostituire l’infortunata Francesca Pomati con la Vittoria Caveglia Cresto, mentre al 43’ un destro di Elisa Molinar Min sibilava non troppo sopra la traversa ospite.
Nell’intervallo le ragazze di casa ritrovavano un pizzico di tranquillità e con essa, una volta tronate sul terreno di gioco, anche qualcosa delle proprie trame di gioco. Non molto, a dire il vero, ma abbastanza per siglare immediatamente la rete del 3-1, con Andrea Giulia Martinetto che sapeva sfruttare al meglio l’incertezza della difesa ospite, che le lasciava praticamente la palla sul destro e la porta… vuota!.
Dopo un cartellino giallo a Lombardo, per proteste, ecco subito la rete della sicurezza: viene siglata dalla Molinar Min, brava a spiazzare l’estremo difensore avversario con un tocco sottomisura, dopo una lunga azione manovrata di tutta la squadra (52’).
Questa rete chiudeva di fatto la partita, con le toriniste ormai a giocare in scioltezza e le ospiti, ipoteticamente alla ricerca di una segnatura che potesse riaprire i discorsi, ma in realtà poco convinte di poterci riuscire.
Così, proprio l’ultima marcatrice diventava quasi l’unica protagonista della parte finale dell’incontro, con altre tre azioni potenzialmente pericolose (sinistro raso terra a fil di palo, sinistro leggermente alto dal limite dell’area ed altro sinistro piuttosto largo, ma dopo un pregevole slalom dentro l’area, rispettivamente al 54’, al 76’ ed all’88’) e pure un’ammonizione, per gioco falloso (61’).
Intanto, dopo un’altra pregevole azione granata (66’) con la Martinetto che da pochi passi non riusciva a ripetersi, appoggiando la palla fra le braccia dell’estremo rivale, il tecnico della Cit Turin provava ad inserire Alessia Manfrino in luogo di Martina Morabito, con l’avanzamento sull’ala sinistra di Giulia Lo Presti, prima schierata terzino sulla stessa fascia e neo convocata nella rappresentativa piemontese. Anche l’altro allenatore, effettuava due sostituzioni, mandando in campo sia Giorgia Cavallo che Elena Villa a rilevare la Capello e la Martinetto.
Ma ormai la situazione si era cristallizzata e nulla è più intervenuto per modificarla, neppure le occasioni finali avute dalla Martina Manglaviti, punta ospite, che al 82’ calciava fra le braccia di un’attenta Prundreanu, mentre allo scadere finalizzava a lato un destro sottomisura.
La Torino Women ha così centrato il suo obiettivo per questa sesta giornata, ottenendo il suo terzo successo stagionale, per proseguire la rincorsa verso il suo sogno-promozione.
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