A fare la differenza nel derby lombardo della quinta giornata di campionato tra Como ed Inter sono stati gli episodi, una buona dose di sfortuna (3 traverse) e la vecchia legge del “gol mangiato, gol subÃto”: è successo tra l’undicesimo e 12° minuto quando, ai ripetuti tentativi del Como non andati a buon fine per gli interventi di Durante e la traversa colpita da Beccari, ha risposto Polli di rapina sbloccando il risultato in favore dell’Inter. L’indice di valutazione (IVS) delle due squadre, infatti, premierebbe di misura il Como per 52 a 48, ma questa benché minima e fittizia superiorità non trova concretezza e corrispondenza nel risultato finale che, invece, ha portato i 3 punti alla squadra ospite. La doppietta di Polli e il rigore intermedio trasformato da Bonetti hanno garantito un temporaneo vantaggio di 3 reti a zero, sufficientemente rassicurante, alla squadra di Rita Guarino. La rete di Rizzon nel recupero del primo tempo ha solo illuso la formazione di casa di poter “riparare” il risultato, ma il match è terminato sul punteggio di 1-3.
21 tiri ad 11, quasi il doppio, è un dato che non sorprende: potrebbe sorprendere il fatto che su così tanti tiri, solo 8 siano finiti nello specchio, ma bisogna sottolineare come altrettanti siano stati deviati o respinti e come 3 traverse abbiano contribuito a non riaprire la partita e a non incrementare il tabellino dei gol realizzati nella classifica del Como.
La squadra di De La Fuente ha tenuto un baricentro 7 metri più alto di quello dell’Inter, con una linea difensiva alta e l’attaccante di Luzio predisposta a ricevere palloni nelle immediate vicinanze dell’area di rigore avversaria, più avanti di quanto fatto registrare dall’attacco nerazzurro che si è fermato sulla trequarti appena oltre il cerchio di metà campo ed è risultato meno pericoloso nelle proprie offensive.
Il grafico della disposizione tattica a firma Panini Digital ci mostra, per l’Inter, un baricentro ed una linea di pressing più bassi a fronte di un maggior utilizzo delle corsie laterali in ambo le frazioni di gioco, non necessariamente in fase di attacco, ma soprattutto in difesa ed in fase di costruzione sull’asse Kristjansdottir – Merlo o Sonstevold – Bonetti, considerando anche una maggiore spinta delle padrone di casa nella ripresa, quando, a giochi fatti, all’Inter bastava gestire risultato e rischi.
Il Como ha giocato principalmente sul centro-destra, facendo di Karlenas, posizionatasi da trequartista, il perno della manovra, abile a calciare 5 volte verso la porta e a smistare 37 volte il pallone, tante quante i passaggi di Brenn, prima per palloni recuperati (28) e giocate utili effettuate (17), hanno avuto buon esito raggiungendo le proprie compagne.
Nell’Inter va messa in luce la prestazione di Kristjansdottir che ha cercato di giocare 82 volte il pallone, 58 volte delle quali correttamente creando 15 opportunità di andare a tiro, molto attiva anche in copertura con 24 palle recuperate, seconda in questa speciale classifica solo a Santi, prima, a 27.