Essere giocatrici non significa solo dimostrare quanto si valga calcisticamente(e non solo) dentro al campo, questo ruolo porta con sé diverse responsabilità anche al di fuori. Così è stato per alcune delle giocatrici del Napoli femminile che questa settimana hanno presenziato ad alcuni eventi per sensibilizzare su certi temi facendosi portavoce: la settimana è iniziata testimoniando l’importanza della prevenzione, le calciatrici Giulia Ferrandi, Michela Franco e Melissa Nozzi sono scese “In campo per la Salute” al centro sportivo Open di Caserta nell’ambito della “Settimana della Prevenzione, Ricerca e Divulgazione” organizzata da Istituto Nazionale Tumori IRCCS “Fondazione G. Pascale”. Insieme alla Dott.ssa Emanuela Esposito (chirurgo senologico del Pascale), sono intervenuti nel convegno a cura del direttore scientifico del Pascale, Alfredo Budillon (che ha donato loro una targa ricordo dell’evento), ha preso parte anche Linton Johnson, ex cestista dei Chicago Bulls, e Giovanni Simeone, attaccante del Napoli.
Essere dunque portavoce di temi molto importanti è qualcosa che fa bene non solo al singolo ma anche al movimento intero e lo sanno bene Lucia Strisciuglio e Chiara Repetti che, come secondo appuntamento questa settimana, sono intervenute parlando alle nuove generazioni al convegno “Restart, lo sport che cambia le vite”, organizzato dal comune di S.Giorgio a Cremano. Le azzurre hanno voluto raccontare come il calcio sia stato e sia determinante nel loro percorso di crescita. Un percorso che hanno condiviso con i tanti giovani intervenuti alla manifestazione, alla quale ha presenziato tra gli altri Peppe Vives, ex capitano del Torino. Sempre a proposito di giovani, qualcosa del tutto inaspettato ha visto protagoniste Aurora De Sanctis e Serena Landa le quali si sono ritrovate a giocare con tre bambini mentre erano in piazza Plebiscito per girare appunto il format del Napoli Femminile. Foto di rito, ma soprattutto una piccola “sfida” tre contro due per divertirsi insieme nel nome della comune passione e fa niente se c’era chi indossava una maglia bianconera perché il divertimento di scambiare due passaggi va oltre ogni colore e rivalità sportiva.
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