Non c’è storia al Tardini: il match tra Parma e Milan termina con una vittoria travolgente delle rossonere per 4 reti a zero. Una partita quasi a senso unico, confermato anche dall’Indice di Valutazione Squadra attestatosi sul punteggio di 26 a 74, che ha visto le padrone di casa creare una bassissima percentuale di pericolosità, giocando solamente 20 palloni nei pressi dell’area di rigore avversaria e calciando 8 volte con esito ininfluente verso la porta del Milan.
3 delle 8 conclusioni complessive sono arrivate da fuori area, in quanto il Parma è stato costretto a un fraseggio senza verticalizzazioni: è quanto riportato anche dal grafico sui flussi di gioco dove Panini Digital ci permette di notare come la squadra emiliana, durante l’incontro, non abbia cercato verticalizzazioni verso le punte, ma costruzioni su ambo le fasce usufruendo dell’appoggio delle centrocampiste centrali. Per quanto riguarda la manovra impostata dalla squadra di Maurizio Ganz, questa ha visto sollecitare le calciatrici schierate sul lato sinistro del terreno di gioco, in particolare Mesjasz chiamata in causa ben 48 volte nello schieramento difensivo a 3, fondamentale nel primo, ma ancor più nel secondo tempo. Jelencic e Cox i pilastri in fase di costruzione del Parma, prime per palle giocate e giocate utili, ma anche per palloni recuperati e reciprocamente collaborative lungo la fascia sinistra.
Mister Ulderici si è visto costretto, ad inizio ripresa, a sostituire una centrocampista per una figura d’attacco, per rendere il più offensivo possibile il proprio 4-3-3 ed incrementare la spinta in avanti. Nel secondo tempo, le gialloblù sono riuscite a migliorare i dati statistici della propria prestazione e a portarsi maggiormente in zona d’attacco, incrementando, rispetto alla prima frazione, di due punti percentuali il possesso palla e aumentando notevolmente la qualità del gioco, con più passaggi riusciti e giocate utili. Ciononostante, il secondo tempo del Diavolo non è stato caratterizzato da minore intensità agonistica, tanto che il baricentro ed anche la linea di pressing si sono alzati, portandolo a calciare 11 volte in porta: questi 11 tiri, sommandosi agli 8 effettuati nel primo tempo, portano il tabellino delle finalizzazioni a 19, 12 delle quali da dentro l’area di rigore e 2 dall’interno dell’area piccola.
Per la cronaca, le giocatrici andate a segno sono state Bergamaschi, Asllani, Andersen e Dubcova.