Oggi siamo a tu per tu con Anna Paccagnella che due anni fa è arrivata a difendere i pali del Venezia Calcio 1985 e che ora è diventata delle colonne portanti della squadra, la scorsa stagione tra l’altro è stata il secondo portiere meno battuto del campionato.
Anna ci racconti il tuo primo impatto con il Venezia Calcio 1985?
“Sono sincera, all’inizio sono arrivata un po’ scettica, visto che negli ultimi anni aveva davvero perso la fiducia nei dirigenti che avevo avuto nelle mie vecchie società. A Venezia, per fortuna, mi sono potuta ricredere, sono stata subito accolta bene, come una di famiglia sia dai nostri dirigenti che dal gruppo squadra, e mi è tornato il sorriso e la voglia di giocare come non avevo da tempo”.
Il tuo ruolo in campo è molto difficile perché è quello del portiere…
“Sì, da quando ho iniziato a giocare a 5 anni a calcio con i maschi ho sempre fatto il portiere, dunque sono 18 campionati che ho passoto fra i pali, sono affascinata dal mio ruolo e cercherò sempre di dare il massimo per difendere questi colori e le mie compagne, anche perché, nonostante i miei modi un po’ rudi, fatti di urlacci per richiamare la difesa o per fare posizionare non so la barriera ecc… mi ascoltano come un secondo capitano e mi danno sempre retta. Lo scorso anno poi ho avuto anche tanta fiducia da parte del Mister ho giocato tutto il campionato tranne due partite entrambe, neppure a farlo apposta, con la Civitanovese, la prima perché ero in viaggio, la seconda per via del Covid, dunque era proprio destino”.
La scorsa stagione siete partite un po’ in sordina per poi prendervi delle grandi soddisfazioni, soprattutto nella seconda parte del campionato.
“Sì, all’inizio secondo me abbiamo pagato le tante assenze un po’ dovute ad alcune giocatrici che tornavano dagli infortuni ed altre sotto Covid, e poi dovevamo trovare la giusta amalgama con le nuove arrivate, poi piano piano siamo venute fuori alla distanza, dimostrando tutto il nostro valore, specie negli scontri con le squadre al vertice, come ad esempio la vittoria con il Trento che ora è in serie B; quest’anno siamo partite bene fin dal ritiro e penso che potremmo essere più continue per tutta la stagione, regalando ad i nostri impagabili tifosi molto più gioie”.
Pensi che quest’anno il girone sia ancora più difficile?
“Penso di sì, molte squadre, noi comprese, si sono rinforzate e penso che sarà un campionato più tecnico e avvincente che mai”.
Da quando avete ripreso e in particolare dopo il ritiro, cosa ti senti di dire delle nuove componenti della rosa?
“Ne sono molto felice, perché fin da subito hanno dimostrato di mettersi al servizio della squadra, ora spetta a noi integrarle nel miglior modo possibile, e a loro dialogare con noi per cercare di accelerare questo sviluppo di crescita corale di cui sicuramente la squadra ha bisogno, come sempre è un lavoro che si fa a metà, ma penso di poter affermare che non ci saranno problemi di amalgama, visto che il buongiorno si vede dal mattino…”.
Che lavoro fai nella vita?
“Sono uno dei tre capi dell’azienda di famiglia, l’altro è mio fratello e poi mio padre, io personalmente mi occupo di tutto quello che completa l’esterno delle case, come zanzariere, tapparelle, casette di legno ecc…Sono una vera artigiana e so che nel nord Italia siamo solo in tre ragazze a fare questo tipo di lavoro molto particolare, e questo mi rende molto orgogliosa”.
Che hobby hai?
“Hobby diciamo tutto quello che riguarda il mondo artistico, ho iniziato con il dipingere sia tele che con gli spray, poi mio papà facendo questo lavoro portava a casa spesso tanti pezzi di scarto e così ho iniziato e ho scoperto un mondo nuovo, ovvero quello della scultura. Poi mi piace tanto perdermi ad ascoltare la musica, viaggiare appena ne ho il tempo, che sia mare o montagna non fa differenza, inoltre mi piace provare i cibi più svariati che provengono da tutte le parti del mondo”.
Infine c’è un aneddoto che fa capire bene il tuo carattere da piccola i tuoi non ti volevano fare giocare a calcio, vero?
“Sì, in particolare mia mamma era scettica, mi aveva fatto fare anche danza, allora un giorno sono salita sul tavolo e praticamente ho rotto un lampadario, conficcandomi anche una scheggia di vetro in testa, dopo quello spavento mia madre non si è più opposta
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Venezia Calcio 1985 ed Anna Paccagnella per la disponibilità.