L’avventura in Serie A del Como Women partirà tra pochi giorni affrontando la Juventus, e le ragazze guidate da Sebastian de la Fuente si stanno preparando per quest’esordio molto importante. All’interno del gruppo c’è una calciatrice che lo scorso anno non è riuscita, a causa di un infortunio, a rendersi protagonista, e vuole farlo tra pochi giorni: si tratta di Federica Cavicchia centrocampista svizzera, ma cittadina italiana, classe ’98, ex Zurigo, Lucerna, Tavagnacco e Napoli Femminile, e veste la maglia biancazzurra per il terzo anno di fila. La nostra Redazione ha raggiunto Federica per risponderci ad alcune domande.
Federica cos’è per te calciare un pallone?
«Ho iniziato a calciare un pallone sin da quando ho cinque anni. Quando mi alleno dimentico di tutto il resto e di tutte le cose che ho intorno a me»
Che tipo di calciatrice ti definiresti?
«Mi reputo una calciatrice che corre, recupera palla e la dà a chi finalizza l’azione».
Perché hai deciso di giocare come mediano di centrocampo?
«Perché il mediano è il cervello del centrocampo, uno dei ruoli più difficili presenti nel calcio. Mi è sempre piaciuto stare al centro del campo e partecipare alle azioni».
Da tre anni sei al Como Women. Cosa ti ha colpito di quest’ambiente?
«Mi ha colpito inizialmente la città, perché Como è un bel posto, poi la squadra, soprattutto quella con cui ho giocato lo scorso anno».
Torniamo indietro di qualche mese fa, dove il Como ha raggiunto la Serie A. Ti aspettavi questo risultato?
«Inizialmente l’obiettivo non era salire subito, ma arrivare in A nel giro di un paio di anni. Poi, quando ci siamo trovate nelle prime posizioni, abbiamo iniziato a crederci e alla fine abbiamo centrato il risultato».
Però tu questa vittoria non l’hai goduto a pieno, dato che sei rimasta fuori per infortunio…
«Purtroppo, mi sono fatta male alla prima partita di campionato col Cittadella: è stato un brutto colpo per me, ma io ho sempre dato il mio contributo alla squadra anche fuori dal campo».
Ma ora sei di nuovo operativa. Pensi che questa possa essere la stagione del tuo riscatto?
«Lo spero. Se la società mi ha confermato un motivo c’è. Poi sta a me ricambiare la fiducia. Ho tanta voglia di riprendere quello che mi è stato tolto».
Adesso c’è il presente, e sabato ci sarà l’esordio in casa contro la Juventus. La squadra come si sta preparando, secondo te, a questa partita?
«Siamo tranquille, ci stiamo preparando al meglio, non vediamo l’ora di affrontare la Juventus».
In Serie B quest’anno ci sono Napoli Femminile e Tavagnacco, due squadre che sono state importanti per la tua carriera.
«A Tavagnacco ho vissuto il primo anno in Italia, e ho vissuto l’emozione della Serie A. Mentre a Napoli ho avuto la possibilità di “tornare a casa”. So queste due squadre si sono rinforzate per il prossimo campionato: auguro il meglio ad entrambe».
Ti piace il nuovo formato della Serie A di quest’anno?
«Sarà un bel format, questa nuova Serie A comporterà vantaggi e svantaggi, sia per le squadre che vorranno vincere il campionato e chi, invece, vorrà salvarsi».
Tu sei in Italia da cinque anni, dopo che la tua avventura calcistica è partita in Svizzera. Che differenze hai notato tra il calcio elvetico e quello italiano?
«Quando giocai in Svizzera mi dissi che in Italia non avrei mai giocato. Adesso mi devo ricredere, perché nel calcio italiano, con l’arrivo delle società professionistiche, le cose sono cambiate. Se in Svizzera si lavora e si gioca, invece qui il calcio è visto come un lavoro».
Anche se sei nata in Svizzera, hai scelto di giocare per la nostra Nazionale, e con le Azzurre ti sei tolta tante belle soddisfazioni, come il terzo posto agli Europei Under 17 nel 2014 e il gradino basso del podio ai Mondiali di categoria in Costa Rica nel medesimo.
«Sono cose che mi mettono i brividi. Ho vissuto delle belle esperienze che porterò con me nella mia vita. Tra l’altro è stata una doppia soddisfazione, visto che, all’epoca, giocavo all’estero. Mi piacerebbe puntare alla Nazionale Maggiore, ma adesso devo pensare a giocare bene col Como, che poi le chiamate arriveranno».
Il professionismo può far svoltare il calcio femminile italiano?
«Piano piano verranno effettuati tanti cambiamenti, solo così ci possiamo avvicinare alle grandi Nazionali».
Come sei fuori dal campo?
«Sono una ragazza molto tranquilla e di compagnia, ma che voglio avere anche i miei spazi».
Cosa vuoi dire alle tue compagne in vista dell’imminente partenza del campionato?
«Alle mie compagne dico di goderci quello che abbiamo fatto, giocare la partita come sappiamo fare, e i risultati arriveranno».
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Como Women e Federica Cavicchia per la disponibilità.