Il calcio femminile sta per partire e le squadre si vogliono rinforzare per cercare di accontentare gli allenatori. In serie B c’è grande curiosità della neo promossa Trento femminile, dove vorrà dire la sua contro le migliori. Abbiamo intervistato il suo allenatore Massimo Spagnolli.
Nei giorni scorsi hai rinnovo con il Trento femminile. Cosa ti ha convinto a proseguire con il club? “Eravamo sulla stessa lunghezza d’onda con il club, anche perché era giusto proseguire dopo la promozione ottenuta in serie B. Tutti insieme per far bene in una nuova categoria. Io ovviamente sono contento di intraprendere questa avventura nella cadetteria, soprattutto il livello sarà molto alto e mettersi in gioco. Il tutto sarà molto bello e l’obiettivo è di fare le cose nel migliore dei modi”.
Parlando della prossima serie B sarà una sorta di A2. Cosa dovrà fare la tua squadra per giocarsela al meglio con avversari di valore? “Sì, hai ragione, sarà un campionato molto equilibrato. Tutte le squadre si sono rinforzate. Noi come club siamo alle prime armi, perciò dovremo apprendere il più possibile, per cercare di ottenere il massimo. C’è al tempo stesso la curiosità di apprendere la categoria della serie B, se saremo in grado di sostenerla e di ottenere sempre il massimo. Ci vorrà unità d’intenti con il gruppo di calciatrici nuove e le calciatrici rimaste e potremo certamente giocarcela fino alla fine”.
Da pochi giorni il Genoa ha rilevato il titolo del Cortefranca, un altro club importante per la serie B. Cosa ne pensi in merito? “Da un lato mi dispiace per il Cortefranca, visto che vinse il girone dove c’eravamo anche noi ed è un peccato che si sia sciolta così la società lombarda in questa maniera. D’altro canto il Genoa è una società di nome e al tempos stesso di prestigio. Lo scorso anno è arrivato secondo nel girone A della serie C dietro solo all’Arezzo. Credo che comporrà una squadra con buoni acquisti e cercherà di ottenere il massimo. Più che una neo promossa, proverà a lottare per raggiungere una classifica di prestigio”.
Da spettatore che tipo di Europeo hai visto e dell’Italia nella fase a gironi? “L’Europeo indubbiamente ha fatto da cassa di risonanza, dove le partite sono state interessanti ed ha vinto l’Inghilterra dove il fattore campo è uno dei fattori che ha fatto la differenza. Le britanniche se lo sono anche meritato di vincere, dove il successo negli scontri diretti ha evidenziato tutta la loro forza. Infine credo che l’allenatrice e la profondità della panchina hanno fatto il resto. L’Italia? Forse ha avvertito la pressione che c’era prima dell’Europeo. La netta sconfitta all’esordio contro la Francia ha inciso tanto sul piano psicologico. Questo ha portato a rincorrere nelle partite successive e vincere di conseguenza. Il tutto ha portato a tanta pressione e non hanno giocato libere di teste come avrebbero voluto. Credo che in futuro ci sarà l’occasione per un pronto riscatto”.
Infine con l’avvento del professionismo, cosa porterà al movimento e per te cosa si significa di preciso? “Secondo me per quanto concerne il professionismo, bisognerà aspettare ancora prima di tracciare i primi bilanci. Indubbiamente potrebbe portare dei benefici per le ragazze, anche se le società si dovranno strutturare al meglio per non farsi cogliere impreparate. C’è da dire che molte calciatrici sono scese nelle altre categorie e questo potrebbe portare ad un livello alto. Solo il tempo ci dirà se questo passaggio al professionismo porterà o meno dei benefici, staremo a vedere”.