Grandi novità per la squadra romagnola in questi giorni, dai nuovi acquisti con Mastel, Tiberio ed Edoci al trasferimento di Emma Mustafic alla Juventus e sarà inserita nella formazione Under 19. Alfredo Pitonzo, responsabile del settore giovanile della squadra, ha voluto fare una personale analisi di un fatto così importante come può essere quest’ultimo perchè, dice, ““Per poter emergere occorre crescere in un ambiente sano capace di valorizzarti, atteso che il solo talento e le capacità non sono sufficienti per garantirti questo percorso; il Riccione negli ultimi anni si è dimostrata, a tal proposito, un terreno fertile per far emergere le giovani leve, lo dimostrano i trasferimenti citati” ma non solo, aggiunge anche il crescente interesse da parte di ragazze che giocano in squadre considerate più basonate, al settore giovanile del Riccione calcio femminile”.
Così racconta di Emma “[…] è un portiere di prospettiva, talentuosa, alta e molto dotata fisicamente, una classe 2006, nata estremo difensore; il suo trasferimento alla squadra Primavera della Juventus rappresenta un motivo di orgoglio per la nostra società oltre a rappresentare un’enorme soddisfazione per la giovane ragazza”.
Di questi importanti trasferimenti per il Riccione non è comunque una novità, già pochi anni fa Nicole Arcangeli si era trasferita proprio nella squadra torinese “[…]è un’attaccante di estremo valore, un’atleta in rampa di lancio che si sta facendo notare negli ultimi tre anni, in nazionale oltre che in maglia bianconera; il suo passaggio alla prima squadra dopo la trafila delle giovanili torinesi rappresenta una scommessa vinta, la prima a meritare questo passaggio di grado a differenza delle numerose coetanee date in prestito ad altre società minori”.
Il talento e la volontà purtroppo a volte non bastano come spiegato prima da Pitonzo, occorre l’ambiente giusto ma prima ancora occorrono persone in grado di creare questo tipo di ambiente, non ha mancato quindi di citare la Presidente Arianna Fabbri, la quale ha sempre voluto focalizzarsi più sulla crescita personale delle ragazze che sui risultati “che sono una naturale conseguenza e non la priorità del programma della società”.