Margherita Planchestainer, difensore classe 1999 dell’ U.S. Isera Calcio Femminile, ha raccontato in questa breve intervista la sua passione per il calcio, commentando la stagione da poco conclusa. La squadra trentina ha militato nel girone B di serie C, chiudendo il campionato con una retrocessione ai play-out.

Margherita, raccontaci un po’ della tua passione per il calcio: quando è iniziata, e cosa ti ha spinto a intraprendere questo percorso?
Credo che la mia passione per il calcio sia nata fin dai primi mesi di vita, quando la mamma per seguire le partite dei miei fratelli mi portava in carrozzella sulle tribune di tutti i campi del Trentino. A 5 anni, sia per il desiderio di emulare Jacopo e Tommaso, i miei fratelli, ma anche per la bellezza di giocare all’aperto insieme ad altri bambini, ho deciso di cominciare a giocare a calcio. Allora, nel 2005, ero la prima e l’unica bambina della squadra della mia città, l’U.S. Arco, dove sono rimasta per sette anni. Sicuramente ho sempre avuto il sostegno e l’appoggio dei miei genitori, che mi hanno seguito ovunque e hanno permesso a me e ad altre ragazzine della zona di poter continuare in altre realtà dedicate al femminile.”

C’è un episodio, nella tua carriera calcistica, a cui ti senti particolarmente legata e che vorresti condividere?
“È difficile sceglierne uno in particolare, mi piacerebbe parlare dell’esordio in prima squadra, delle vittorie combattute, dei gol con la squadra o con la rappresentativa, ma forse uno di quelli a cui sono particolarmente legata è il mio gol al 90° minuto in un derby. Era il primo anno di serie C, nel primo tempo eravamo sotto 3-0 contro il Trento, squadra più esperta e con possibilità e obiettivi diversi dai nostri; dopo i primi 45 minuti i presupposti non erano quindi dei migliori. A cinque minuti dallo scadere il risultato era ancora negativo, con 2 gol di scarto, ma noi ci credevamo e incredibilmente, perché sembrava un po’ come la sfida tra Davide e Golia, a 3 minuti abbiamo accorciato le distanze e all’ultimo minuto abbiamo pareggiato. Ricordo che appena il pallone entrò in rete ero talmente felice, ma anche sbalordita che non ho esultato subito, e mi sono trovata sotterrata dalle mie compagne.”

Come è andato il campionato di quest’anno? Che livello avete trovato nel vostro girone?
“Purtroppo quest’anno il campionato non è andato come speravamo e come ci meritavamo, abbiamo trovato un livello decisamente più alto dell’anno precedente. Basti pensare che i punti realizzati quest’anno sono superiori alla somma dei due campionati scorsi, e che comunque ciò non è bastato.”

La stagione si è conclusa, purtroppo, con una retrocessione ai play-out. Brutto giocarsi tutto in una gara?
“O dentro o fuori, tutto il lavoro fatto durante l’anno si concentra in un giorno, con tutte le variabili del caso. È brutto soprattutto quando si è stati così vicini a raggiungere l’obiettivo, visto la posizione in classifica e il pareggio nei tempi regolamentari. Abbiamo pagato l’inesperienza e i numeri ristretti, ma tutto questo fa parte del gioco.”

Quali, secondo te, sono state le maggiori difficoltà incontrate dalla squadra nel corso della stagione? Quali, invece, sono le note positive da cui riprendere l’anno prossimo?
“Come appena detto, l’esperienza era poca e la squadra era in gran parte rinnovata, inoltre fin dall’inizio abbiamo avuto dei brutti infortuni che hanno tenuto lontane delle giocatrici importanti. Allo stesso tempo sento di poter dire che ho trovato un gruppo più unito, che mese dopo mese ha imparato a conoscersi e migliorarsi a vicenda, cosa che però purtroppo nei risultati non sempre si è visto, ma nel gioco sì. Sicuramente è importante riprendere da queste basi, lavorando soprattutto su ciò che non ha funzionato.”

In questo campionato tu hai segnato due reti, di cui una decisiva contro la Spal. Cosa ha significato per te contribuire in modo determinante a quella vittoria?
“È stata una gran soddisfazione poter contribuire in maniera decisiva alla vittoria, segnare è sempre bello, ma risolvere la partita lo è ancora di più. Poi il difensore è più abituato al lavoro sporco, meno alla gloria; quindi, quando le due cose si uniscono non si può volere di più.”

Pensando alla prossima stagione, quali sono i tuoi obiettivi? E per il futuro?
“Con l’anno che sta per iniziare sarà la mia decima stagione all’Isera; fin dai primi anni il mio obiettivo è sempre stato fare bene con la squadra. Nonostante i miei 22 anni ormai sono diverse le presenze in prima squadra e di conseguenza l’esperienza aumenta sempre di più, cosa che cerco di mettere a disposizione delle più giovani. Ciò a cui punto è migliorare individualmente e di conseguenza nel gioco di squadra, cercando di alzare ulteriormente l’asticella. Intanto per il futuro penso a laurearmi a fine anno, per il resto si vedrà!”