Il Crema 1908 ha finito la sua prima avventura nel girone lombardo di Eccellenza, centrando la permanenza nella categoria. Le cremine hanno dovuto dire addio, nella gara finale contro il Gavirate persa per 3-2, al suo portiere classe ‘92 Elena Uggè, una delle figure importanti della squadra bianconera, dato che veste questa maglia da cinque anni. La nostra Redazione ha raggiunto Elena per risponderci ad alcune domande.
Elena cosa ti ha dato il calcio?
«È difficile riassumere quanto mi abbia dato il calcio. Ho iniziato a giocare che avevo otto anni, e ho proseguito per ventuno stagioni. Penso che il modo più semplice per descriverlo sia felicità e spensieratezza. Mi ha permesso di conoscere tantissime persone, reputo ogni esperienza preziosa, nel bene e nel male».
Perché hai deciso di andare in porta?
«Quando ho iniziato a giocare, in un a squadra di oratorio di Lodi, inizialmente facevo l’esterno di attacco. Avevo una buona velocità nel breve e un bel tiro, anche se completamente impreciso. Quando si è liberato un posto in porta, l’allenatore ha chiesto se qualcuno volesse provare quel nuovo ruolo. Una volta provato ho capito che non volevo più fare null’altro che il portiere».
Cosa ti ha spinto a far parte nel 2017 del Crema?
«Dopo la salvezza in Serie C con l’Accademy Fanfulla, cercavo un nuovo stimolo. Diverse squadre mi avevano chiamato, ma il progetto del Crema 1908 è stato quello che mi ha convinto di più. Un progetto non semplice, partendo quasi completamente da zero ma a lungo termine con alte aspirazioni. Ho intravisto la possibilità di mettere una pietra per generazioni future e ho deciso di accettare la sfida».
Che ambiente hai notato al tuo arrivo? E adesso?
«Al mio arrivo ho notato un po’ di inesperienza nel gestire uno spogliatoio di sole ragazze. Ma nulla di così grave, dato che ero una delle ragazze con più esperienza ho cercato di aiutare la società a capire che una squadra femminile non può essere paragonata alle squadre maschili. È come se fosse un altro sport per alcuni tratti. Nel corso degli anni, ho visto evolversi tanto la società per venire sempre di più incontro alle esigenze delle ragazze. E per questo mi sembra giusto ringraziare il presidente Enrico Zucchi e il nostro direttore sportivo Marco Della Frera. Ad oggi posso dire che vedere come lavora il Crema mi fa ricordare una prima Riozzese, dove ho avuto la fortuna di giocare come prima esperienza personale nel mondo femminile. In quegli anni la squadra si giocava campionati come A2/A, e ho potuto allenarmi con quella rosa e vivere uno spogliatoio così prodigioso. Auguro al Crema di non smettere di sognare perché le basi mi sembrano ottime».
Tra le giocatrici che hai incontrato al Crema c’è una che ti ha colpito di più?
«È difficile sceglierne solo una, in questi anni al Crema ho giocato con tante tipologie differenti di giocatrici. Ci sono state ragazze che già avevano esperienze importanti, come Jenny Dossi o Stefania Del Miglio, e che portano la squadra ad alzare il livello. Se penso alle giovani promesse mi sento di sbilanciarmi nei confronti di Lucrezia Carletti e Anna Aiolfi. Entrambe sono arrivate con poca esperienza, soprattutto Anna che ha iniziato proprio quest’anno a fare il portiere. Ad entrambe auguro di non perdere mai quella voglia di spaccare tutto, io tifo per loro».
Parliamo della stagione appena conclusa col Crema, dove è arrivata la salvezza. Secondo te questo risultato era in linea con le tue aspettative?
«Direi sì e no, sicuramente sapevo che sarebbe stato difficile lottare per le prime posizioni, sia per la difficoltà del torneo sia perché comunque parliamo di un rosa nuova con un nuovo mister. Nelle mie aspettative c’era di arrivare intorno alla settima posizione. Diciamo che poteva andare meglio, soprattutto perché molti punti li abbiamo persi negli ultimi minuti. Sono comunque soddisfatta dei risultati ottenuti dalla squadra».
Come mai hai deciso di concludere la tua storia col pallone?
«Sono purtroppo quattro anni che gioco con un ginocchio quasi del tutto privo di cartilagine. Sicuramente anche gli impegni lavorativi non aiutano, però il motivo principale rimane legato al mio problema fisico».
La tua ultima gara è coincisa, purtroppo, col ko in casa del Gavirate. Cos’è mancato per vincere la partita?
«Probabilmente un po’ di fortuna. Il caldo e il terreno di gara non hanno favorito i nostri primi minuti, ma siamo riuscite a finire il primo tempo in parità. Il goal della sconfitta è arrivato nel momento in cui la squadra stava spingendo di più. Sul finale abbiamo tutte credute che il tiro di Del Miglio ci avrebbe regalato un punto che avremmo meritato. Purtroppo, le nostre speranze si sono infrante sull’incrocio dei pali».
Al termine dell’incontro c’è stata una passerella d’onore per te e per Manuela Basciu. Ti aspettavi questo gesto?
«No, non ci aspettavamo nulla, tanto che siamo scoppiate entrambe in lacrime. Ringrazio la mister per l’idea, ma anche la mia squadra e il team del Gavirate. È stato un gesto inaspettato ma molto apprezzato».
Che campionato di Eccellenza Lombardia è stato? La squadra che ti sorpreso più di tutte?
«Un campionato di buon livello, alcuni risultati erano impossibili da prevedere. La squadra che mi ha sorpreso di più è stato il Monterosso. Grande solidità di squadra e buone tecniche individuali, nella gara di andate eravamo riuscite a gestirle, ma al ritorno hanno proprio dimostrato di essere superiori».
Come sta crescendo il calcio femminile lombardo?
«Credo che stia crescendo in una maniera inaspettata, se penso a quando ho iniziato bastavano due mani per contare il numero di squadre nel territorio. Ora invece si sta popolano di tante realtà differenti, non posso che esserne felice. Finalmente qualche bambina ha la possibilità di inseguire il suo sogno senza essere costretta a viaggiare per molti km».
Che persona sei fuori dal campo?
«Direi che sono una persona abbastanza testarda. Ma la mia filosofia da portiere mi accompagna molto nella quotidianità: so che ci sono momenti di sconfitta, ma la partita non finisce finché l’arbitro non fischia, c’è sempre tempo per imparare e migliorare. Seguo molto il calcio giocato in generale, per me non è domenica senza almeno una partita, anche solo alla TV».
Ora cosa c’è nel tuo futuro?
«Mi piacerebbe fare il corso per preparatore dei portieri. Per l’anno prossimo, parlerò con la società e valuterò l’eventualità di affiancarmi al preparatore della squadra per iniziare a vedere gli allenamenti da un’altra prospettiva. Potrei anche stare a disposizione della squadra per eventuali emergenze, ma ancora non c’è nulla di deciso. Sicuramente troverò un modo diverso di vivere il calcio, e mi piacerebbe farlo al Crema che sento come casa mia dal primo giorno in cui ho iniziato a giocare per questi colori».
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Crema 1908 ed Elena Uggè per la disponibilità.
Photos Credits: Instagram Crema 1908 Women