Riportiamo una bella intervista rilasciata a Pistoia Sette a Rossella Maroso e Rebecca Puddu della Pistoiese femminile.
Mancini e Vialli: l’emblema di un’amicizia nata con gli scarpini ai piedi, calcando insieme il terreno da gioco, affrontando vittorie e sconfitte, sempre pronti ad aiutarsi. Un’avventura, la loro, iniziata alla Sampdoria come compagni di squadra, poi proseguendo ognuno il proprio percorso, ma sempre con una costante: quel filo invisibile che li legava, quell’amicizia così forte da portarli a vincere, ancora insieme, ma stavolta da allenatori degli Azzurri, l’Europeo 2021. Cosa dà il calcio e cosa toglie? Sicuramente la bilancia pende a favore del primo aspetto, basti pensare alla bellezza di praticare lo sport che si ama in compagnia dei propri amici, con cui si instaurano preziosi legami che durano tutta una vita. Quanto al secondo aspetto, sicuramente ogni attività che si sceglie di intraprendere porta con sé il sacrificio, ma è reso meno pesante dal fatto che a sostenerlo non si è soli. Una leggerezza, questa, che contraddistingue anche un altro simpaticissimo duo: quello formato da Rebecca Puddu, classe 2002, e Rossella Maroso, classe 2003. “Il calcio toglie tempo e benzina, ma quella a Puddu perché è lei che mi porta qui in auto”, ha scherzato Maroso guardano la compagna con gli occhi dell’amicizia, quella che cancella tutti i sacrifici.
Il mondo del pallone è “divertimento e passione, ma anche una valvola di sfogo”, hanno spiegato le arancioni; “ho fatto chilometri in macchina – ha raccontato Rebecca – ma non mi pesa perché vado a fare ciò che mi piace”. A Maroso e Puddu, la prima di Artimino e la seconda di Scandicci, poco importa della trasferta pistoiese se ad affrontarla sono insieme: compagne di viaggio e di risate. Una grande amicizia nata con indosso la maglia della Primavera dell’Empoli, la squadra da cui le due arancioni provengono, prima del grande salto in Serie C. “Ho praticato nuoto e atletica, infine il calcio – ha raccontato Rebecca – ai giardini giocavo con gli amici a pallone, mi è sempre piaciuto e infatti nel 2010 ho iniziato questo sport in una squadra maschile vicino casa, il San Giusto. Successivamente sono passata allo Scandicci femminile, per poi approdare all’Empoli, Giovanissime e Primavera”. Anche Rossella, prima di avventurarsi nel mondo del pallone, ha praticato “nuoto ed equitazione – ha spiegato la numero 28 – ho sempre giocato con amici e cugini, poi a sette anni mi sono iscritta in una squadra maschile, Virtus Comeana, insieme ai miei compagni di classe”. Poi l’arrivo all’Empoli, l’incontro con l’amica e la decisione di tenersi per mano in una nuova avventura nel mondo delle grandi, ma insieme. “Mi sono iscritta a calcio grazie a mio nonno – ha raccontato Maroso – l’opinione comune vede i nonni come persone all’antica, ma non è questo il caso, anzi, ha insistito perché iniziassi questo sport”. Anche il nonno della numero 4 ha un posto speciale nel cuore della nipote: Rebecca ha infatti un tatuaggio a lui dedicato impresso sulla pelle, “sono io sulle sue spalle”, ha spiegato.
Un rapporto, quello con la famiglia, cruciale anche per Rossella e suggellato anch’esso da “un tatuaggio con le iniziali delle mie due sorelle, Caterina e Marta – ha evidenziato – abbiamo un bel legame, siamo molto unite anche perché abbiamo pochi anni di differenza”. Stessa vicinanza di età che ha Puddu con suo fratello più piccolo, Paolo, di diciotto anni. Però Maroso ha un’altra figura altrettanto cara: la sua cagnolina, che tanto-ina non è, visto che si tratta di “un Golden Retriever, con cui faccio molte passeggiate – ha raccontato – amo gli animali”. Le ragazze arancioni sono entrambe accomunate dal fatto che nessun membro del loro nucleo familiare condivide la passione per il calcio, “ma nonostante questo il supporto non è mai venuto meno”, hanno detto le sue amiche. Sostegno che non è mancato nemmeno in occasione di una coraggiosa scelta: quella di cambiare maglia, passando non solo al colore arancione, ma anche e soprattutto alla Serie C. La condivisione di una passione comune e l’occasione di una crescita sia a livello sportivo sia a livello umano, maturando insieme grazie a nuove esperienze. “Desideravo fare il salto in Prima Squadra e sono contenta della mia scelta – ha sottolineato Rebecca – ho sentito molto la differenza con la Primavera: in quest’ultima realtà ci confrontavamo con ragazze della nostra età, adesso invece con giocatrici più grandi”. Anche Rossella si è scontrata con le difficoltà di un campionato diverso, “ma che sicuramente mi aiuta a migliorare alcuni miei aspetti, mettendomi in gioco per crescere a livello sportivo, personale e caratteriale: ad esempio l’aspetto della cattiveria in campo, richiesta in Serie C. Fin da piccola grazie al calcio ho lavorato sul mio carattere e ho vinto la timidezza, sbloccandomi sempre di più”.
Le due amiche però non condividono solo l’ambito sportivo, ma anche quello universitario: entrambe studiano Scienze Motorie a Firenze, complice l’amore per una disciplina che permea la loro vita, quel faro che le guida nelle scelte e che le indirizza in un cammino percorso insieme. “Ci siamo conosciute cinque anni fa ad un torneo – hanno raccontato – ci siamo subito trovate bene sia in campo, sia fuori e siamo diventate molto amiche” ed il loro è proprio un rapporto costruttivo. “Ci completiamo”, hanno proseguito: infatti quando Rossella è pessimista e ansiosa, interviene la solare Rebecca che “mi calma nel pre partita”, ha raccontato Maroso, a cui ha seguito Puddu: “io non ho ansia, faccio due risate ed entro in campo”. Da un lato solarità e allegria, dall’altro un’autocritica costruttiva che punta al miglioramento personale: così si definiscono le due amiche una volta posta la fatidica domanda ‘come ti descrivi?’. Nella nuova avventura tra le fila della Pistoiese, Rebecca ricopre il ruolo di “terzino – ha spiegato – non l’ho scelto, ma adesso mi piace”, mentre Rossella è “centrocampista, lo sono sempre stata e mi trovo bene”. La prima ama la corsa, la seconda si definisce più tecnica. Una complicità, la loro, degna delle migliori amicizie e un affetto reciproco che traspare; tanti i ricordi e gli aneddoti buffi nel dietro le quinte dello spogliatoio, altrettante le avventure da affrontare insieme in un futuro che sarà sicuramente radioso, come i loro sorrisi.
Credit Photo: Pistoia Sette