Nella giornata di sabato 14 maggio, il progetto UEFA Playmakers Disney sbarcherà a Genova, sponda Sampdoria. La società blucerchiata, tra le più attive e attente nel settore femminile e in quello giovanile, è sicuramente una delle più appetibili agli occhi delle bambine che vogliono intraprendere la carriera calcistica. Sfruttando l’appeal del club doriano, a cui la storica impresa della Sampdoria Women ha giovato notevolmente, la partecipazione all’evento di questo weekend potrebbe essere molto alta. Per fare il punto della situazione, la nostra redazione ha intervistato Enrico Calvi, responsabile del settore giovanile femminile blucerchiato, ripercorrendo brevemente i successi e i punti di forza del vivaio rosa del Doria.
Come e quando è nato il vostro interessamento per il progetto UEFA Playmakers Disney?
La nostra società ha sempre partecipato a tutte le iniziative proposte dalla Federazione in quanto ogni occasione è buona per dare visibilità al movimento femminile. Quando ci è stato presentato questo progetto per le più piccine abbiamo aderito, come sempre, con molto entusiasmo e collaborazione.
In cosa consiste esattamente l’iniziativa e, da un punto di vista quantitativo, che tipo di partecipazione vi aspettate?
La manifestazione è organizzata dalla Federazione con l’appoggio delle società professionistiche della Liguria – Sampdoria, Genoa, Spezia e Virtus Entella. Partecipiamo perché il movimento femminile abbia tutte le possibilità di avere visibilità, e magari crescere anche numericamente. Il progetto consiste nell’avvicinare le bimbe più piccole al mondo del calcio giocando e divertendosi con i loro personaggi Disney preferiti. La Federazione fornisce dei kit a tema, quali palloni e materiali vari per l’allenamento, e le bimbe, seguite da istruttori, svolgono diverse attività sportive.
Quali benefici potrà portare questo progetto al movimento calcistico femminile nazionale e ligure?
Credo che in questo momento il calcio femminile sia ormai ben avviato. Benché tutte le manifestazioni sicuramente aiutino lo sviluppo e la promozione del movimento, credo che ormai la strada sia ben chiara e tracciata. Nel giro di 6-7 anni sono cambiate tante cose, in positivo.
Mi parli brevemente del vostro settore giovanile femminile. Quali sono i traguardi raggiunti finora e cosa si può ancora fare per continuare a migliorare?
Il nostro settore giovanile femminile ormai è completo. Abbiamo squadre dall’Under8 ad una Primavera nazionale, per un totale di circa 120 tesserate. In pochissimi anni la società, in qualità di numeri e risultati sportivi, è riuscita a raggiungere il livello delle grandi società italiane. Naturalmente si può sempre migliorare. Credo che la nostra filosofia di lavoro stia dando ottimi frutti: una percentuale altissima di ragazze si sono infatti tesserate per la prima volta con la Samp. Ad esempio, Nicole Lazzeri, difensore della Primavera blucerchiata che sta vestendo la maglia dell’Under16 azzurra, ha iniziato a tirare i primi calci della sua carriera con noi. Per non parlare di Emma Brunelli, calciatrice che vanta alcune importanti convocazioni in prima squadra in Serie A. Queste ragazze hanno imparato a giocare a calcio con i nostri colori e per noi questa è la soddisfazione più grande.
A Genova e in provincia, quali opportunità ha ad oggi una bambina che vorrebbe diventare una calciatrice?
Rispetto a un po’ di anni fa, ci sono società molto più strutturate e molte più opportunità, anche se è ancora alto il numero di bambine che iniziano a giocare con i maschietti. Lavoro sodo e combatto affinché le bimbe possano cominciare a muovere i primi passi nel mondo del calcio già insieme ad altre bimbe.
In quest’ottica, pensa che il progetto UEFA Playmakers Disney potrà far aumentare le possibilità di accesso al mondo del calcio femminile per le più piccole?
Spero di si, ogni iniziativa va sostenuta e supportata. Qualunque cosa possa favorire l’iscrizione di una bimba a una società di calcio femminile, è un successo. Credo che anche questa iniziativa della Federazione, in questo senso, sia positiva.
Infine, grazie a questa iniziativa e all’avvento del professionismo femminile, quanto varierà, secondo lei, la domanda e la partecipazione di nuove leve al vostro settore giovanile femminile?
Mi auguro che nel giro di pochi anni si possano avere squadre di leve pure, proprio come accade per i settori giovanili dei maschietti. I numeri ad oggi, soprattutto in Liguria, non lo permettono. Nonostante ciò, siamo sulla buona strada e la notorietà che ha avuto la Nazionale dai Mondiali, così come quella della Sampdoria Women, ha dato tantissima visibilità al movimento qui a Genova. Tante ragazze hanno avuto la possibilità di assistere a una partita di Serie A femminile, cosa che fino a poco tempo fa era solo un sogno. Secondo me, non è il professionismo di per sé ad aiutare lo sviluppo del movimento, ma la mentalità e l’approccio a questo sport che nel corso degli ultimi anni è cambiato. Credo, infatti, che sia questa la cosa più importante!