“Abbiamo creduto che la sensibilità del mondo dello sport dovesse aprire a una pari dignità delle nostre ragazze. Il decreto Nannicini ci aiuta, ma non risolve il problema. Noi confidiamo nella modifica di quel provvedimento che riguarda il lavoratore sportivo perché potrebbe essere un valido auto, chiediamo questo alle autorità governative. Chiediamo concretezza nell’accompagnare questo processo del professionismo femminile perché è un processo costosissimo”. Lo ha detto Gabriele Gravina, presidente della Figc, durante il Consiglio Nazionale del Coni. Poi una riflessione sul Pnrr. “Mi dispiace di esser accusato di non aver fatto – ha spiegato Gravina -. Abbiamo ricevuto 347 domande, perché la nostra federazione avrebbe dovuto sceglierne una e penalizzare le altre? Il mondo dello sport, in termini di investimenti coordinato, come ne esce? Perché alcune regioni sono state avvantaggiate rispetto ad altre?”. “Forse il Coni avrebbe potuto dare contributo straordinario – ha concluso il presidente della Figc – e trovare una quadra diversa da quella che si presenterà agli occhi degli spettatori più attenti”.
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