Francesca Fabiano, portiere di soli 18 anni, è una delle perle del campionato di Serie B. Cresciuta tra Sampdoria ed Empoli, ha potuto apprendere le armi del mestiere sin da piccolissima, quando a 9 anni, per la prima volta, ha deciso di indossare i guantoni. Ora è pronta per questa avventura alla Sassari Torres Femminile che, anche se iniziata in salita, le donerà sicuramente consapevolezza e un nuovo bagaglio di esperienza.
Come ti trovi a Sassari? Come hai vissuto il trasferimento?
“A Sassari mi trovo bene, ma ammetto che mi manca casa. I collegamenti con Genova non sono molto pratici e tra allenamenti, partite e scuola è davvero difficile trovare il tempo per tornare. Per fortuna sia con le ragazze della squadra che con i compagni di classe mi trovo bene e questo alleggerisce un po’ il peso della distanza”.
Per quale motivo hai scelto la Torres?
“La Torres è una società storica. Avevo voglia di mettermi in gioco con una nuova avventura e tra le proposte che avevo era quella che soddisfaceva di più i miei desideri”.
Il ruolo di portiere: lo sei da sempre? Come e quando lo hai scelto?
“Ho iniziato a giocare a pallone all’età di sette anni, incoraggiata da un’amichetta delle elementari. Prima due anni con i maschi e poi in una squadra femminile vicino a casa, il Molassana. Successivamente cinque anni al Genoa Grifone 1999 e uno alla Sampdoria prima di intraprendere la strada di Empoli. Per quanto riguarda il ruolo del portiere, posso dire che è stato casuale, come spesso capita. In ogni caso credo si possa definire amore a prima vista. A Genova si svolge per i bambini delle elementari un torneo chiamato “Torneo Ravano”. Quando hanno formato la squadra (avevo nove anni) mancava il portiere e d’istinto mi sono offerta volontaria, appassionandomi giorno dopo giorno sempre di più”.
Giovanissima e già più volte titolare. Come sei cresciuta calcisticamente negli anni, chi ti ha più aiutata a diventare il portiere che sei oggi?
“Penso che ogni persona che incontriamo lungo il nostro percorso ci lasci qualcosa. Sono molte le persone che mi hanno fatto crescere, sia a livello calcistico che personale: allenatori, compagne ma anche dirigenti e staff medico. Nei primi anni da portiere ho avuto un’ottima base per le fondamenta di questo ruolo. La svolta decisiva però è stata l’arrivo a Empoli nella stagione 19-20. Aggregata da subito con la prima squadra, ho avuto modo di rapportarmi con ragazze di alto livello, gli allenamenti erano faticosi e sempre ad un’intensità molto elevata. Avevo sedici anni, era la prima esperienza fuori casa ma a Empoli ho trovato una famiglia. Sono stata in questa società per due anni, le mie compagne di reparto sono state fondamentali per la mia crescita. Rachele Baldi e Alice Lugli sono state con me la prima stagione mentre Alessia Capelletti e Noemi Fedele nell’ultima. A Empoli ho avuto la fortuna di avere come preparatore Giuseppe Martino, probabilmente uno dei migliori a livello nazionale. Con lui sono migliorata moltissimo sia a livello calcistico che mentale”.
Inizio di campionato difficile. Qual è stata la sconfitta più difficile da digerire e perché?
“Ammetto che non è stato l’inizio campionato che mi aspettavo. Abbiamo perso quattro partite di fila, tutte mi pesano tantissimo. Essendo una squadra quasi completamente rifatta è stata dura trovare una connessione. Ci stiamo lavorando molto e a parere mio con impegno e dedizione da parte di tutte e tutti possiamo fare meglio e bene”.
La parata più importante e quella dove più ti sei “mangiata le mani” finora?
“Sinceramente non mi ricordo una parata in particolare, di solito faccio molto più caso alla prestazione in generale. Essendo io molto critica su me stessa, però, posso dire quella in cui mi sono più “mangiata le mani”. Contro il Chievo, in casa loro. 1 a 0. Ho letto male il tiro e invece che mandare la palla fuori, ho colpito la traversa interna ed è finita in rete”.
Domenica è arrivato però il primo punto. Nonostante l’abbia vissuta da fuori, come avete gestito la partita? Dove potete arrivare quest’anno?
“Primo punto che per noi vale davvero tanto, certo una vittoria sarebbe stata meglio, ma va bene così. A piccoli passi e con duro lavoro sono sicura che possiamo riprenderci quelli persi finora e farne altri”.
Sabato prossimo ospiterete il Ravenna, secondo in classifica. Quali armi dovrete usare per arginare le giallorosse?
“Sarà una partita difficile. Il Ravenna è una bella squadra, probabilmente sulla carta più forte ma noi non abbiamo nulla da perdere. Lavoreremo molto e ci prepareremo al meglio per la sfida”.
Credit Photo: Sassari Torres