Protagonista e leader assoluto della squadra nelle vesti di capitano alla Bottagisio Cup di Verona; vincitrice del torneo giovanile under 15 di Arco, senza incassare neanche una rete. Andiamo alla scoperta di Rebecca Difronzo, classe 2003, portiere dal sicuro avvenire della Pink Bari Primavera, estremo difensore di indubbio valore della nuova generazione.
Ciao Rebecca, gli addetti ai lavori ti definiscono un portiere moderno dotata di “grande reattività, molto brava nella gestione della palla con i piedi”. Ti riconosci in questa definizione ?
“Ciao Mariano, si oggi per un portiere è fondamentale saper usare bene i piedi, infatti prima di essere portieri si impara a giocare in mezzo. Spesso però non penso ai miei pregi ma bensì cerco di migliorare i miei difetti allenamento per allenamento”.
Hai avuto il merito di indossare la fascia da capitano nel recente torneo di Bottagisio, andando a bissare il successo ottenuto ad Arco. Con quali aspettative eravate partiti a Verona ? Da leader del gruppo a chi dedichi questi due importanti successi della tua carriera ?
“Sapevamo benissimo tutte che dopo il grande successo di Trento ci sentivamo in grado di poter portare a casa un ottimo risultato anche a Verona, infatti sin da subito ci siamo prefissate l’obbiettivo di vincere, avevamo tutte le carte in regola per farlo. Sono molto orgogliosa di essere stata il capitano della squadra, e sapevo che essendo una delle più grandi avrei potuto dare in mano alle più piccole in momenti di tensione e difficoltà. Del resto però non mi sarei mai aspettata di vincere un torneo con la fascia da capitano, è stata una sensazione incredibile! Ringrazio tutte le ragazze per l’impegno e la grinta che ci hanno messo fin dal primo secondo, lo staff che ci allena e che crede sempre in noi, e la presidente che ci permette di partecipare ai tornei nazionali. Queste vittorie le dedico ai miei genitori che mi hanno sempre supportata nonostante non fossero pienamente d’accordo sul fatto che io giocassi a calcio, un particolare ringraziamento va anche a mio nonno che spessissimo mi ha pazientemente accompagnata e ripresa dagli allenamenti”.
Nella tua crescita come atleta che importanza ha avuto l’esperienza al Manchester City Women Summer Camp ? Ci racconti le emozioni del tuo viaggio in Inghilterra ?
“L’esperienza a Manchester è stata importantissima per la mia carriera calcistica, non soltanto come atleta, ma bensì anche come interpretazione del calcio femminile. In Inghilterra ho avuto modo di aprire gli occhi ad un nuovo mondo ed a un nuovo modo di vedere il calcio femminile. Innanzitutto sono rimasta davvero sorpresa dal luogo in cui il Manchester City Women gioca : possiede un stadio tutto suo con 7.000 posti e un campo in erba vera curato ogni giorno. È stato incredibile vedere come è sviluppato il calcio femminile in questo paese. Da atleta é stata un esperienza che mi ha fatto crescere sotto più punti di vista. Ho senz’altro migliorato il mio inglese per quanto riguarda il linguaggio tecnico del calcio, mi sono confrontata con altre calciatrici di tutto il mondo, ed infine ho provato la sensazione di vivere come un giocatore professionista. Anche quest’anno ritornerò a fare quest’esperienza e a rivivere il mio sogno”.
Infine, come è nata la tua passione per il calcio femminile ed in particolare la scelta del ruolo di portiere ? A chi ti ispiri come modello ?
“Inizialmente già da quando avevo due anni mi piaceva guardare il calcio ma non avevo pensato di giocarci. Successivamente quando avevo otto anni e andavo a casa di mia zia giocavo con mio cugino, che volendo sempre calciare, mi metteva in porta. Non mi piaceva fare il portiere, ma dopo molti tiri iniziai ad impegnarmi nel pararglieli e da li cominciai ad imparare a fare il portiere vedendo video su youtube. Tre anni fa dopo esser entrata a far parte della Pink iniziai ad appassionarmi al calcio femminile. Tanto é vero che dopo un pò scoprii due portieri che sarebbero diventati i miei attuali idoli: Hope Solo e Karen Bardsley. Per me sono un ispirazione nel capire che nonostante le critiche e nonostante il fatto che il calcio femminile non è molto sviluppato sono riuscite a diventare calciatrici professioniste e fare della loro passione un lavoro. Spero anch’io un giorno di poter ambire a questo, e nel frattempo, I’m building my dream!”.
Credit Photo: Pink Bari Calcio Femminile – Facebook