Cristiana Capotondi, di professione attrice, ha molte affinità con il mondo del pallone.
Una passione che l’ha portata, due anni fa, a diventare Vice presidente della Lega Pro (la serie C maschile), con la “governance” siglata Gravina.
Ma come ha fatto?
“Nessuna qualità, solo tanta passione, si confessa Cristiana, fin da ragazzina cercavo di infilarmi nelle partitelle dei maschi poi ho iniziato a mettere su squadrette con le mie amiche. Mi piace giocare esterno di difesa, come erano Cabrini e Maldini. Difendere, ma anche attaccare, quando ci riesco!”.
Ed aggiunge: “Sono stati due anni belli e molto complessi. La Lega Pro è formata da imprenditori che cercano di restituire al territorio ciò che hanno avuto e oggi soffre come tutti i settori a causa del Covid. È uno specchio dell’Italia, completo e molto complesso, che include 15mila giovani dai 6 ai 19 anni”.
A partire dalla stagione 2023 per le calciatrici italiane si aprirà una nuova era, segnata finalmente con l’introduzione al mondo del professionismo, e la nuova legge sullo sport a livello di federazione verrà pienamente appoggiata.
Queste ragazze, dichiara l’attrice che è anche capodelegazione dell’Italia femminile, sono ormai pronte a tutti gli effetti a ricoprire il ruolo agonistico di alto livello: sopra tutto per l’impegno ed il merito che ha loro deve essere attribuito, a livello Nazionale.
Ci sono donne eccezionali che sono da anni in Federcalcio e che svolgono un lavoro fondamentale.
Il mondo dello sport genera una ricchezza di tre miliardi di euro l’anno e accoglie volentieri la professionalità femminile.
“È un processo già in atto. Bisogna capire cosa s’intende per donna e femminilità e per uomo e mascolinità e non in termini di sessualità. Tutti abbiamo in noi una parte maschile e femminile. Io stessa sono “verticale” e non multitasking come la maggior parte delle donne. L’empowerment non deve far affermare le donne ma la femminilità, che è anch’essa una proteina. Molto utile di questi tempi”.
Certamente per una donna alla fine il rischio è che il bivio sia sempre lo stesso: lavoro o famiglia, con o senza figli, la scelta sarà in qualche modo evidente.
Una speranza è rivolta al governo Italiano, che in questo periodo di pandemia, oltre a gestire l’emergenza con il Recovery Fund si punti anche a creare strutture di sostegno per aiutare la maternità.
In Germania e Francia hanno già investito in questo ambito, e il loro tasso di natalità è di molto in crescita, dunque la speranza che anche nel nostro paese si punti in tale direzione.
Home Calcio Femminile Cristiana Capotondi non ha dubbi: le donne calciatrici meritano il professionismo