Una nuova sfida, da cogliere con entusiasmo, voglia di fare e di crescere. Enrico Salgarollo è da qualche settimana il nuovo “Responsabile del Settore Giovanile” del Chievo Women, ma ha già le idee chiarissime in vista della prossima stagione.
Il compito a cui è chiamato non è semplice ed è anche pieno di responsabilità, accettate dallo stesso con il suo solito spirito combattivo.
Già da tantissimo tempo fa parte del mondo Chievo, un ambiente che (forse) conosce anche meglio delle sue tasche. In campo e negli allenamenti non si è mai tirato indietro, mettendoci sempre la faccia, sia nei momenti belli che in quelli brutti.
1) Enrico, la sfida del settore giovanile è molto importante sia per te che per il futuro del Chievo Women. Quali sono stati i motivi che ti hanno spinto ad accettare?
“Devo dire che la scelta è maturata a cuor leggero, perché ritengo un privilegio poter far parte di una società come il ChievoVerona Women, che vuole contribuire a far crescere il movimento femminile. Personalmente credo che la crescita di un movimento abbia molto a che fare con la diffusione culturale delle idee e del nuovo che avanza. In questo senso, i migliori “veicoli” di questa diffusione sono proprio le bambine che si avvicinano al calcio.
Il settore giovanile nella sua complessità dovrebbe essere quella che chiamerei “struttura sociale” dove l’educazione allo sport, ai suoi valori trasversali e l’esperienza sportiva nelle sue specificità, dovrebbero essere al servizio delle nuove generazioni di calciatrici. Una grande parte del mio “si” alla proposta della società è dovuta alle mie scelte di vita, visto che ogni mattina cerco di fare del mio meglio come insegnante di Scienze Motorie. Conosco bene l’importanza di agire per i giovani e con i giovani e posso assicurare che percepire la responsabilità dei loro anni più belli è motivo di grande orgoglio ed infinita motivazione.”
2) Facciamo un salto nel passato. Nella scorsa stagione hai fatto parte della Prima Squadra. Come è stata per te l’ultima annata? Che sensazioni, emozioni, ricordi ti ha lasciato a livello personale?
“Fare parte della Prima Squadra è stata un’esperienza molto importante per me. Una stagione difficile, con tanti ostacoli che credo siano parte del gioco. Un ambiente diverso, un campionato nuovo, in cui il risultato delle partite conta in maniera vitale oscurando spesso altri aspetti.
Mi ritengo fortunato ad aver vissuto e lavorato a fianco di ragazze determinate e di grande qualità, consapevoli della posta in palio ed attaccate alla maglia. Giocarsi la salvezza fino all’ultima giornata è stata una maratona in cui cuore e nervi saldi l’anno fatta da padrone, ma ritengo che il risultato raggiunto sia stato meritato per quanto espresso in campo.
Infine mi sono divertito, tanto, nel vero senso della parola…gli allenamenti ed il quotidiano, le trasferte per l’Italia a caccia di punti, le partite giocate sul filo del rasoio, la ricerca continua di superarsi, tante sono le emozioni che ci hanno portato alla festa finale, premio di una stagione infinita.”
3) Adesso invece è venuto il momento di ritornare ad occuparti del settore giovanile e, come ci hai raccontato qualche mese fa, hai già una certa esperienza in questo campo. Come nasce la tua passione per questo ambito?
“Parzialmente riprendo la domanda precedente… Credo che la passione sia nata parallelamente allo svolgimento del mio percorso accademico. Ho avuto la fortuna di apprendere da docenti assolutamente significativi per me, capendo ben presto quanto sia chi insegna colui che deve dimostrare a se stesso di essere all’altezza, evitando di riporre le aspettative esclusivamente sul discente, facendo il possibile per quest’ultimo.
La grande sfida diventa quindi il trasmettere il sapere cercando di rispettare le esigenze e le diversità di chiunque desideri apprendere. Questo (come dicevo sopra), lo ritrovo quotidianamente anche nella scuola ed è una meravigliosa responsabilità. La nostra società futura dipenderà molto da come cresceranno le odierne generazioni ed è bello e giusto che ognuno faccia ciò che è in suo potere per garantirne la crescita migliore possibile.”
4) Come vorrai strutturare il tuo lavoro riguardo tutto il vivaio? Su cosa punterai in particolare? Quali saranno i punti chiave da toccare nel corso di tutta la stagione?
“Questa è una domanda potenzialmente vastissima. Credo che uno dei punti fondamentali, da abbinare alla programmazione ed alla guida all’autonomia, sia la costruzione di percorsi di apprendimento diversificati che tengano conto delle caratteristiche delle nuove generazioni di bambini. Cercheremo di proporre delle attività stimolanti attraverso il gioco nelle annate di base, con richieste che siano realizzabili e ricostruibili da parte delle bambine collegandole in base agli elementi del gioco che meglio ricordano o che già hanno processato. Gli allenatori dovranno avere il metro di quanto sta accadendo analizzando gli aspetti didattici e “scientifici” delle risposte che le giovani calciatrici faranno emergere durante la pratica.
Questo approccio proseguirà poi con nelle varie annate, strutturando e complicando le proposte, garantendo il rimando al gioco ed alle sue infinite variabili. L’ideale è garantire un processo di crescita in tutti gli aspetti che parta dalle ragazze piccoline e che si completi al termine del percorso del settore giovanile. Affinché si verifichi questa maturazione è necessario il rispetto della dinamica “tempo”, ovvero l’utilizzo tutti i momenti che ho a disposizione nel miglior modo possibile, senza forzare o mettere l’accento su aspetti che potrebbero risultare eccessivamente anticipati, fuorvianti o male interpretabili dalle giovani giocatrici.”
5) Quali sono gli obiettivi a breve, medio e lungo termine che si pone il ChievoVerona Women?
“Credo che a breve termine l’obiettivo sia quello di garantire un’organizzazione solida a partire dalla quotidianità. Un calendario di impegni, ruoli ben definiti per garantire massima efficienza ed il coinvolgimento di figure tecniche e organizzative competenti che abbiano il desiderio di lavorare con passione, prima di tutto per il bene delle ragazze. In parallelo vanno coinvolte le famiglie delle giovani atlete, presentando il nostro sport non più come di di nicchia ma come un movimento in forte ascesa, validissimo sia per la salute ed il benessere psico-fisico delle loro figlie.
Il medio termine sarà uno step necessariamente valutativo che ci darà numerosi spunti per proseguire, adattare e cambiare i nostri programmi. Ci aspettiamo nel giro di un paio d’anni, in base situazione sanitaria, di aumentare i numeri delle tesserate, garantendo un buon bacino a tutte le categorie, allestendo possibilmente squadre di singola annata.
L’obiettivo, tra i vari, principale per il lungo termine è quello di valorizzare il più possibile le giovani in termini di esperienze personali. Il fine sarà quello di prepararle per la Prima Squadra, anche perché avere un’alta percentuale di ragazze cresciute nel settore giovanile in organico è lo scopo della nostra società. Cercheremo di fornire loro tutti i mezzi per affrontare al meglio ciò che la loro vita sportiva avrà da offrire.”
Credit Photo: Chievo Verona Women F.M.