Il dispiacere è lampante al termine di un risultato così crudele, sintomo di un problema di squadra probabilmente più radicato che non ha permesso alla San Marino Academy di imporre il proprio gioco. Le azzurre del Napoli sono scese in campo con tanta determinazione, lasciando pochissimi spazi alle Titane di mister Conte che hanno cercato di rimanere in partita fino a quando il terzo goal, al minuto 74, ha definitamente posto fine ad ogni speranza di rimonta.
Karin Muya, attaccante classe ’95, ha espresso ai microfoni di Rtv San Marino tutta la sua insoddisfazione a causa della pessima prestazione di tutto il team:
“Abbiamo perso la partita nel secondo tempo, gli errori fatti sono stati evidenti. Eravamo preparate ma ci siamo fatte sorprendere, siamo state superficiali. Penso che eravamo stanche mentalmente e fisicamente, inoltre il Napoli è una buona squadra e sono delle vere professioniste. Sono veramente delusa per il secondo tempo, perché nel primo abbiamo giocato bene“.
Anche il Direttore Sportivo Ivan Zannoni ha detto la sua nel post partita, rammaricato per i troppi errori e la mancanza di concentrazione:
“Dopo un 5-0 c’è poco da commentare, il Napoli ha meritato la vittoria. Noi siamo stati in partita fino al 70′, poi il 2-0 ci ha tagliato le gambe e lì il Napoli ha spadroneggiato meritando la vittoria. È una sconfitta pesante soprattutto per il punteggio e per il morale. Ci siamo presentati a questa partita con tante assenze anche dell’ultimo momento, come l’infortunio nel riscaldamento di Kunisawa, che si va ad aggiungere a quelli di Landa, Piazza, Menin e Baldini. Questo però non deve essere un alibi. Era una sorta di spareggio, serviva un’altra attenzione. In Serie A certi errori li paghi a caro prezzo e in quasi tutte le marcature del Napoli ci sono stati degli errori. Ci dobbiamo prendere le responsabilità, io per primo. È una pessima figura ma dobbiamo assolutamente rialzarci perché mancano tre partite e ancora la corsa alla salvezza non è conclusa. Dovremo riscattarci domenica in casa contro l’Inter. Lo dobbiamo a noi stessi, ai tifosi e alla società.“
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