Una notizia tanto inattesa quanto scioccante. In senso buono, ça va sans dire. Anzi, buonissimo. Alain Conte non ha ancora pienamente realizzato quel che gli è successo ieri, quando ha ricevuto quella telefonata, da quella particolare persona, a certificare la sua vittoria della Panchina d’argento Calcio Femminile 2019-20. “Io sono in fondo un ragazzo normale, che fa una vita normale, che lavora e che vive il calcio per pura passione, non come professione. – le parole ancora a caldo del mister – Poi capita che ti squilli il telefono e dall’altro capo tu senta la voce di un campione che fino a non molti anni fa giocava per la tua squadra del cuore. E per giunta che quel campione ti dica che hai vinto la Panchina d’argento. Diciamocelo: già una telefonata da parte di Demetrio Albertini è qualcosa che ti rimane per sempre, e uso un eufemismo. Se poi ti dice che hai addirittura ricevuto un riconoscimento del genere… La verità è che è stata una notizia totalmente inaspettata: un mese fa avevo votato, così come avevano fatto gli altri allenatori. Poi mi sono talmente concentrato sul lavoro e su questa salvezza da conquistare assieme alla mia squadra, che ormai non ci pensavo più. Non posso che definirlo un momento incredibilmente emozionante. Dire che mi ha fatto piacere è dire poco.”
Un premio che è il coronamento di un lavoro di gruppo. “La prima cosa che voglio dire è che questa panchina non l’ho vinta io ma l’abbiamo vinta tutti: staff, giocatrici, dirigenti. Insomma, la squadra nel suo complesso. Senza i miei collaboratori e senza il mio gruppo io non sono niente. Siamo un collettivo che lavora coeso e affiatato da anni. La scorsa stagione, in particolare, abbiamo raggiunto risultati inimmaginabili, frutto del lavoro duro, della passione, della competenza e di una grinta incredibile. Spero che questo riconoscimento sia anche un bel segnale in vista del finale di stagione che ci attende.”
Certo, dal punto di vista dei risultati il periodo non è semplice. La squadra cerca una scossa in previsione del rush finale. E anche una bella notizia come questa può portare una bella iniezione di fiducia per affrontare al meglio l’impegnativo dopo-sosta. Il mister ne è convinto: “Questo premio può diventare uno spunto utile per mettere ancora più energia nella caccia all’obiettivo salvezza. Sarebbe un traguardo enorme per questo ambiente, per questa squadra. Dal punto di vista mio personale, la panchina d’argento non è affatto un punto di arrivo ma un punto di partenza. Mi riempie di orgoglio, certo, ma essendo solo agli inizi della mia carriera non voglio e non posso accontentarmi. Ho tanto da imparare e lavorerò per farlo.”
Una realtà difficile e nuova come la Serie A richiedeva un upgrade anche nella gestione dell’area tecnica. Allenatore e staff hanno saputo crescere con l’innalzarsi del livello del campionato. Ma ci sono alcuni punti forti, nella filosofia di mister Conte, che l’anno scorso erano imprescindibili – e probabilmente hanno decretato la sua vittoria della panchina d’argento – e che sono rimasti tali anche nella stagione della Serie A. “Certamente la fame è uno di quegli aspetti che non si possono abbandonare mai. Guai a farlo. Nella vita e nel calcio, la determinazione a migliorarsi continuamente, a superare i propri limiti e a dare la caccia ai propri obiettivi è l’ingrediente che marca la differenza. E poi c’è lo spirito di squadra. Una categoria come la Serie A, così piena di riflettori, potrebbe alimentare la tentazione di pensare più a sé stessi, di perseguire i propri obiettivi personali piuttosto che quelli di squadra. Niente di più diverso rispetto alla nostra filosofia. Tutti, nel nostro ambiente, hanno ben presente che per salvarci dobbiamo pensare come collettivo. La squadra viene prima di ogni personalismo. Sempre.”
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