A pochi giorni dal nuovo inizio di avventura sulla panchina della Lazio Women, Carolina Morace è stata intervistata da Sky Sport riguardo alla sua nuova avventura. Queste le sue parole:
“Qui ho sia giocato che allenato. Abbiamo vinto due scudetti, eravamo una delle squadre più titolate. Quello del mio ritorno è stato un momento importante, in cui c’è stata la possibilità di tornare a casa. Lotito? E’ un presidente che ha portato questo club ad un livello internazionale, anche per quanto riguarda le strutture. Già il fatto che il presidente lavori in questo modo è un vantaggio e dice molto della sua mentalità. Nel femminile vuole la stessa cosa. Siamo uno staff internazionale ed ho trovato una squadra molto tecnica con giocatrici molto valide. Probabilmente è la squadra più forte della categoria, ma in poco tempo non ho la bacchetta magica, ma le ragazze credono in ciò che stiamo facendo.
La squadra?
Temevo che non mi avrebbero riconosciuta, essendo comunque molto giovani, ma invece è successo il contrario. Sono arrivata qui e qualcuna addirittura non riusciva a parlare. Una calciatrice mi ha detto di essere emozionata, ed un’altra che si era lucidata le scarpe per il primo allenamento. Lì ho capito che è probabilmente un impatto che fa bene al calcio femminile, ma non serve solo la mia presenza.
Calcio femminile?
Servono dei veri e propri investimenti. Vedo che mancano alcuni elementi fondamentali secondo me, come le accelerazioni e le decelerazioni. Ma non per colpa delle giocatrici, quanto per il tipo di allenamento. Io vengo da questo mondo e lo so, magari altre società, che si sono affidate alla professionalità e competenza di persone che hanno sempre lavorato con gli uomini o i ragazzi, è chiaro che facciano più difficoltà perché non sanno dove può arrivare una donna. Se il livello fisico di tutte le squadre si alza, per forza ci deve essere un livellamento. Vogliamo fare ciò che sta facendo la squadra maschile: dare una bella immagine di questo club, che non ha storia solo nel calcio, appunto, maschile.
Credit Photo: Domenico Cippitelli