L’ ASD Calcio Padova Femminile è una delle realtà più giovani militanti nel “Campionato rosa italiano di serie C”, ne parliamo con Stefano Valso, allenatore calcio C5 (dopo la dimissioni di Ercolin), portavoce e responsabile web della società veneta.
Quali nuovi sviluppi, nell’area femminile, è migliorata o è migliorabile a livello della vostra società? E quali sono gli obbiettivi?
“Nella nostra società negli ultimi anni sono migliorati tanti fattori, pubblico, settore giovanile e qualità delle due prime squadre (calcio a 11 e calcio a 5).
Gli obiettivi sono quelli di salire di categoria, con la Serie C di Calcio a 11, fare il salto in B e con la squadra del Calcio a 5 fare il salto in A Elite.
Ci sono anche altri obiettivi, far partire il settore giovanile per il calcio a 5 e potenziare ulteriormente quello del calcio a 11, cosa che già in 3 anni, i numeri parlano chiaro, le ragazzine sono aumentate del 40%.
E’ motivo di grande orgoglio per noi, per la città e per questo sport che sta diventando sempre più professionale e visto in maniera diversa rispetto a qualche anno fa colpa anche a pregiudizi innescati dalla non conoscenza”.
Sebbene il covid19 non ha concesso alle squadre il giusto andamento del campionato, a che punto siamo oggi?
“Per quanto riguarda la Serie C, siamo ripartiti domenica 17 a Cortefranca, ahimè con una sconfitta immeritata, ma dopo molti mesi di stop può capitare, domenica torniamo in casa e cercheremo di tornare alla vittoria.
Per il Calcio a 5, attualmente, ci vede in testa appaiate con l’Audace Verona, loro più attrezzate di noi per il salto di categoria, ma finché siamo li, ce la giocheremo con tutte le nostre forze, non sarà facile.
Purtroppo anche il periodo è difficile e ogni domenica è un’incognita ma faremo di tutto per portare a termine i campionati nei migliori dei modi”.
Come vedi da Allenatore e Responsabile l’attuale sviluppo del calcio femminile italiano? Cosa andrebbe migliorato o suggerito?
“Il calcio femminile in Italia è in grande crescita, vuoi per il mondiale di due anni fa, vuoi per i media che si sono “svegliati” dando visibilità, io vedo in grande ascesa questo sport, ne sono felice, sono in questa società da 5 stagioni e ho visto crescere notevolmente il movimento femminile.
Andrebbe migliorato sicuramente il pregiudizio, abbattendo certe barriere che ancora, purtroppo, esistono, il calcio e calcio a 5 sono sport che non hanno sessualità, è uno sport maschile tanto quanto femminile. Sarebbe bello e opportuno che in tv facessero vedere più calcio femminile, Sky lo fa per le partite di Serie A è vero, ma ancora troppo poco, portare anche qualche partita in RAI, non solo la nazionale”.
Come vede l’introduzione del professionismo al mondo femminile? Cosa cambierà per le società ed atlete? La variazione economica, del singolo atleta, sarà un bene per la società?
“Questa è un’arma a doppio taglio, per alcune società può essere un ottimo trampolino di lancio per far salti di qualità, per alcune potrebbe essere una mazzata, scompaiono per motivi economici squadre ogni anno.
Se il passaggio al professionismo, fa in modo, di aiutare le società, allora ben venga, la cosa importante è che non si diventi come nel mondo maschile, le giocatrici non sono oggetti ma sono persone.
Noi fortunatamente siamo una società che lavora tanto con il settore giovanile, puntiamo molto nel nostro bacino quindi il passaggio al professionismo è si positivo ma per quanto ci riguarda, siamo pronti.
Sicuramente gli sponsor dovranno aiutarci di più perché faranno sicuramente ancora di più la differenza”.
Grandi ambizioni, tanto lavoro ma con le idee ben chiare sono queste le certezze di una Società che vuole emergere, non solo a livello societario, ma per la valorizzazione di tutto il movimento femminile. Il nostro augurio è di proseguire su questa strada!