Ufficialmente l’anno nuovo, per le Titane, inizierà il 17 gennaio, data della sfida in casa della Fiorentina, ultimo impegno del girone di andata. Ma in realtà Alain Conte e le sue ragazze hanno riacceso i motori da tempo in vista del ritorno in campo. Questo è il periodo del cosiddetto “richiamo di preparazione”. E dunque, nessuna voce è più attuale di quella del preparatore atletico Giancarlo Pecorari, giunto alla terza stagione in biancoazzurro: la più difficile, certo, ma anche la più stimolante. “Per me come per gli altri membri dello staff è la prima volta in Serie A – spiega il classe 1994 – ma questo non cambia il nostro spirito. C’è una frase che mi piace tenere a mente: ‘non è la categoria che fa il professionista, ma il professionista che fa la categoria’. Il senso è che l’impegno e le energie profusi devono essere massimali sempre, nelle categorie minori come in Serie A. Per questo siamo stati attenti a non stravolgere il nostro modo di fare e di porci. Ma è anche vero che la Serie A ci ha imposto di alzare l’asticella: lo abbiamo fatto, chiedendo sempre di più alle ragazze ma in primis a noi stessi. Stiamo crescendo tutti assieme, cercando sempre di mantenere il più alto livello di professionalità possibile.”
Questo è stato anche il primo anno in cui la San Marino Academy ha acquistato giocatrici straniere, che hanno portato una ventata di internazionalità e al contempo nuove sfide sull’aspetto della comunicazione. Aspetto che per Giancarlo riveste un ruolo al contempo capitale e delicato, benchè a lui – di padre italiano e madre australiana – non manchi certo la padronanza della lingua inglese. “Stiamo vivendo un’esperienza nuova ma assai stimolante. La lingua non è un ostacolo durante il lavoro: del resto le odierne metodologie di allenamento, sviluppate quasi tutte oltreoceano, utilizzano proprio l’inglese come veicolo principale. Quindi non ho difficoltà a spiegare il lavoro alle ragazze. Ma la comunicazione è un campo molto variegato: i concetti sono uguali per tutti, ma il modo di trasmetterli varia da giocatrice a giocatrice. Ognuna di loro ha un preciso background che richiede un approccio altrettanto preciso. È questa la vera sfida, qui stanno le novità per noi dello staff. Con l’arrivo delle straniere, quest’anno, ci siamo trovati di fronte a delle atlete a tutto tondo, ragazze che giocano a calcio solamente e hanno un altro modo di pensare. Questo non ha creato barriere alla comunicazione. Anzi, loro stesse si sono messe a disposizione cercando di imparare al meglio l’italiano. La sinergia, da questo punto di vista, è scattata presto. Sono soddisfatto dei progressi e vedo tante possibilità future.”
Spostandoci sul lavoro atletico e fisico, ecco qual è il piano di Giancarlo: “È stata e sarà una stagione piena di pause. Ma la mia filosofia non è quella di sfruttarle per ‘mettere benzina’ in vista dei mesi successivi. Io calibro il lavoro in funzione della partita successiva, perciò adesso stiamo pensando alla Fiorentina. Non guardo più in là, anche perché una stagione può essere piena di imprevisti. Certo, quando si ha più tempo – e le domeniche libere – si dosa il lavoro a seconda delle esigenze. Per esempio, adesso stiamo tenendo il volume del lavoro ma bassa l’intensità. A mano a mano che ci avvicineremo alla gara, abbasserò il volume e aumenterò l’intensità. E poi cerchiamo di lavorare con il pallone, curando anche tecnica e tattica mentre potenziamo la tenuta atletica. In ogni caso, io sono convinto che il calcio non sia solo polmoni: anzi, per me il calcio è più emozione che fisicità.”
Tuttavia, la cura del fisico ha avuto ed ha un suo ruolo durante questa stagione. “Il mio concetto di preparazione si basa sul miglioramento delle performance del singolo per arrivare a un risultato collettivo. – spiega Pecorari – Lavoriamo sull’atleta a 360° e per questo devo dire grazie anche a Giacomo Fattori, il nostro nutrizionista, il cui splendido contributo è essenziale per la costruzione corporea a cui miriamo. Sono i dati a dirci che stiamo andando nella direzione giusta. Cerchiamo di porre un’attenzione massimale alle esigenze individuali, proponendo per questo una sessione in palestra obbligatoria ed una facoltativa per potenziare le parti del corpo che restano escluse dal lavoro sul campo. C’è tanta carne al fuoco ma le ragazze hanno bene impresso nella mente l’obiettivo di diventare atlete nel senso totale del termine. Per questo dico con piacere che moltissime di loro svolgono sempre l’allenamento facoltativo: ci tengono, e i risultati poi arrivano.”
L’ultima battuta è su una stagione che, per i motivi universalmente noti, impone tante incognite legate all’aspetto sanitario. Come gestisce, un preparatore atletico di Serie A, una situazione simile? “Per le ragazze, come per noi, è un anno stressante. Lo è stato fin dall’inizio. A livello metodologico a volte intervengono cambiamenti dell’ultimo minuto e alle giocatrici si richiede di adattarsi. Non è sempre una passeggiata. Uno degli aspetti più difficili da gestire è certamente quello cognitivo. E poi ci sono le aspettative e la pressione di una stagione che per questa squadra è senza precedenti. Naturalmente, il Covid qualche problema in più lo ha creato: per esempio, abbiamo dovuto ripianificare la settimana di lavoro poco prima dell’Inter, ed è stato un momento davvero delicato, quello. Non poche volte abbiamo organizzato allenamenti casalinghi, individuali, e le ragazze hanno sempre risposto benissimo, con grande impegno e professionalità. Le ringrazio per questo. Ma, naturalmente, si può e si deve fare ancora di più.”
Credit Photo: FSGC – Federazione sammarinese giuoco calcio