La CT dell’Italia Femminile Milena Bertolini ha rilasciato pochi giorni fa un’intervista al quotidiano BresciaOggi.
Bertolini ha iniziato a parlare di come Francia 2019 sia stato importante per il movimento pallonare rosa italiano:
“Il Mondiale è stato fondamentale per far conoscere il calcio delle ragazze a tutto il nostro Paese. Noi esistevamo anche prima, ma se esisti e nessuno ti conosce è come se non esistessi. Il seguito che abbiamo avuto in quel periodo è stato enorme. I mezzi di informazione, forse per la prima volta, hanno dato una grande attenzione al movimento ed è passato un messaggio molto positivo. L’idea e la percezione di questo sport è cambiata e questo ha fatto sì che nascessero modelli di riferimento per le bambine. Ora sanno che si può essere calciatrici. Non è un caso che i numeri siano aumentati, si parla di 30mila tesserate, prima del Mondiale erano forse 23mila. Poi sono realista, i cambiamento sono sempre lenti. Il seguito mediatico avuto in questo periodo non durerà per sempre, c’è il rischio che l’attenzione cali, ma di sicuro indietro non si torna. Vediamo quanto velocemente si va avanti. Ciò che rende speciali queste ragazze, oltre alla qualità, è lo spirito di squadra. Questo ha fatto la differenza al Mondiale, la sensazione di essere unite da qualcosa che andava oltre il calcio. Avevano una missione, un obiettivo comune e non personale, la voglia di far valere i propri diritti e di veder riconosciuto il duro lavoro fatto per essere lì. Ora la nostra missione è far crescere nuovi talenti, metterli nelle condizioni migliori per confrontarsi alla pari con le coetanee e colleghe estere“.
Poi ha raccontato dove è iniziato il percorso che ha fatto l’Italia:
“La nostra Nazionale è nata a Brescia. Il ‘miracolo’ del Mondiale dello scorso anno è nato in quegli anni, quando una squadra di dilettanti arrivava ai quarti di Champions League. Lì si sono formate le fondamenta delle Azzurre. Bisogna riconoscere il merito grandissimo di questa società, in un momento in cui nessuno conosceva il calcio femminile e non c’erano risorse è arrivata tra le prime otto d’Europa. E come Brescia anche società dilettantistiche come Verona, Torres, Tavagnacco, senza di loro, senza il loro lavoro tutto questo non sarebbe stato possibile“.
La crescita del calcio femminile italiano ha avuto un rallentato a causa del Covid-19:
“Quando sei in via di sviluppo e stai cercando di crescere, una battuta d’arresto può avere un impatto decisamente pesante. Il campionato scorso non è stato terminato, Serie A e Serie B sono rimaste bloccate per tanto tempo. Se tieni atlete di livello nazionale ferme sei mesi, la loro crescita tecnica e tattica ne risente. Grave anche l’arresto dei settori giovanili, queste ragazze hanno perso un pezzo della loro crescita. Poi la salute al primo posto, il virus non deve essere sottovalutato“.
La CT ha le idee chiare sulla qualificazione della nostra Nazionale a Euro 2022: “Tutte le nostre energie adesso sono concentrate sulla partita contro Israele. Quanto all’Europeo, dobbiamo ricordarci che le prime otto del Mondiale sono europee, più gli Stati Uniti. In pratica l’Europeo è più competitivo del Mondiale. Noi stiamo crescendo, ma non possiamo pensare di recuperare in 5 anni quello che le Nazionali straniere hanno fatto in 15. Per risorse economiche e progetti sono molto più avanti“.
Milena ha fatto poi il punto della situazione sulla Danimarca:
“Le danesi sono vice campionesse d’Europa, hanno giocatrici messe nelle condizioni di sviluppare il proprio talento sin dalla giovane età. Le nostre ragazze, invece, hanno iniziato verso i vent’anni ad allenarsi in un certo modo. Non si può ancora parlare di confronto ad armi pari. Però abbiamo tante qualità dal punto di vista tecnico e tattico, le fronteggeremo con queste armi“.
L’allenatrice di Correggio ha parlato del match disputato dalla Juventus contro il Lione in Champions League:
“Le bianconere hanno fatto una grandissima gara. E’ la prima volta che una squadra italiana sta in partita 70 minuti affrontando la squadra più forte del mondo. Poi è uscito il valore del Lione, che è superiore, ma quella partita è stata importante per l’autostima di giocatrici e società. Cinque anni fa anch’io ho affrontato il Lione col Brescia. La differenza rispetto a oggi è davvero enorme, tante cose sono cambiate. Lì avevamo debuttanti assolute, nessuna delle ragazze o quasi aveva precedenti in Champions. L’impatto fu forte, solo entrare nello stadio un’emozione travolgente. Oggi, invece, le ragazze della Juventus hanno fatto esperienza a livello internazionale. Il cammino in 5 anni è stato notevole“.
Bertolini ha poi concluso sul calcio femminile del futuro:
“Un calcio professionistico. E’ stato deliberato che dal 2023 le giocatrici avranno le tutele e i contributi che meritano. Sul campo, invece, sogno un calcio che riesca a far esprimere al meglio ciascuna giocatrice, che unisca fortemente l’aspetto pragmatico a quello estetico. Un calcio fatto di fraseggio e possesso, ma anche e soprattutto di bellezza e armonia. Il calcio femminile deve esaltare le caratteristiche delle ragazze, non tanto la potenza, quanto l’eleganza“.
Credit Photo: Brescia Calcio Femminile