Non solo gol, classifiche, vittorie, sconfitte e tattica nel Fimauto Valpolicella. Tante le storie che si intrecciano e si susseguono nello spogliatoio rossoblu che coinvolgono un gruppo di calciatrici ma, soprattutto, un gruppo di amiche che fanno del calcio una passione ma soprattutto un momento di grande divertimento.
Una storia che vale la pena di raccontare è senza dubbio quella di Irene Cordioli. Originaria di Pizzoletta – frazione di Villafranca – per Irene questa sarà una stagione che ricorderà per sempre. Ma andiamo con ordine.
Irene, innanzitutto racconta com’è nata la tua passione per il calcio…
Beh, semplice: giocavo a calcio prima mio fratello nel cortile di casa e poi con i miei compagni di classe delle elementari al campetto dietro alla chiesa. Per me il calcio è stato sempre il mio gioco preferito. A 12 anni ho iniziato a giocare nella Fortitudo Mozzecane, la società che avevo vicino a casa. A trasmettermi la passione per il calcio è stato però mio papà che giocava a in una squadra di Pizzoletta (Pollo Miglioranza n.d.r). Mia mamma non era molto contenta che io giocassi a calcio perché lo riteneva uno sport da maschi e quindi, anche per farla contenta, ho provato a giocare a pallavolo. Il mio amore per il calcio però era troppo grande: solo correndo dietro al pallone e calciandolo riuscivo a esprimermi al meglio e, soprattutto, a stare bene. Il mio ‘esperimento’ con la pallavolo è quindi terminato presto e sono tornata a calcare il rettangolo verde. Dopo la Fortitudo ho giocato nel Porto Mantovano in seria A, poi nel Frutta Più di San Michele Extra a Verona, con il quale ho vinto la coppa Italia, e infine sono tornata nel Mozzecane.
E poi è arrivato il Fimauto…
Si, ho iniziato a giocare in rossoblu tre anni fa, dopo essermi trasferita a Verona. Del Fimauto conoscevo già molte ragazze perchè avevo già giocato con loro qualche anno prima. Quando l’allora allenatrice Antonella Formisano mi contattò presentandomi il progetto, ne sono stata subito entusiasta e ho accettato questa nuova esperienza. Ad oggi posso dire di aver fatto la scelta giusta: sono entrata a far parte di questa bellissima società che mi sento di poter definire come una grande famiglia.
Oltre al calcio cosa fai nella vita?
Sono laureata in giurisprudenza dal 2010 e sono diventata avvocato nel 2013. Ho scelto però di non esercitare la professione e ora sto lavorando in una compagnia assicurativa di Verona.
Il 2016 per te è stato un anno importantissimo. E non stiamo parlando di calcio…
Si, quest’anno la mia vita è cambiata. Infatti lo scorso 25 giugno mi sono sposata con Rosario e ora aspettiamo una bimba che si chiamerà Elisa e nascerà a fine febbraio 2017.
In campo sei un difensore arcigno e grintoso: ma che mamma sarai?
Spero di essere una mamma premurosa e affettuosa, cercherò di insegnare a mia figlia il valore dello sport come elemento formativo della personalità e della vita. Mio marito sarà sicuramente un papà straordinario: lo dimostra quotidianamente in tutte le attenzioni che mi presta!!
Dopo la nascita di Elisa tornerai a giocare?
Vorrei, lo spero tanto. Ovviamente l’impegno dovrà essere compatibilmente con le esigenze della mia bimba e del papà. Mi piacerebbe che un giorno venissero al campo, insieme al nostro cane Teddy, a vedere la mamma che si esibisce in qualche intervento provvidenziale in scivolata!
Il Fimauto quest’anno vuole puntare alla serie A. Domenica scorsa ha perso a sorpresa in casa contro l’Azalee mentre domenica prossima 27 novembre giocherà in casa della capolista Pro San Bonifacio. Un tuo pronostico?
No, fare pronostici adesso sarebbe fuori luogo. Il campionato è lungo e di strada ce n’è da fare parecchia. La partita di domenica scorsa è stata un piccolo passo falso che nell’arco di una stagione può capitare. Il ko servirà per motivarci maggiormente e per spingerci a dare il 110% in ogni allenamento e in ogni partita. La sfida contro la Prosambo capita a pennello perché non solo sarà un importante test contro una diretta concorrente per la promozione ma anche perché si tratta di un derby. Sarà perciò l’occasione per scendere in campo con la grinta e la convinzione che da sempre caratterizza lo spirito Valpo.
Irene, in conclusione, se di dico calcio cosa mi rispondi?
Non ho dubbi, ti rispondo passione, dedizione, impegno e tanta voglia di vincere. Valori che poi, alla fine, sono fondamentali anche nella vita di tutti i giorni.