Il Caprera si trova in ottava posizione del Girone A di Serie C, grazie al successo ottenuto contro lo Spezia, ma con una partita in meno. La squadra è stata completamente rinnovata, ma che ha mantenuto la sua identità confermando importanti calciatrici, tra cui Enrica Lupo, attaccante classe ’95 e da cinque anni veste la maglia biancoverde.
Enrica perché sei un esterno?
«Ho iniziato da piccola in porta perché mio papà era portiere, poi dopo qualche partita ho giocato punta e ho iniziato a segnare. Da più grande sono diventata più esile e rapida così mi sono spostata sull’esterno. È un ruolo divertente, corro molto».
Quando è iniziata la tua storia d’amore con il pallone?
«A tre anni mio papà usava lo specchio del corridoio come porta. poi a sette anni mi ha portato al Torino, allora in A, che si allenava nei campi vicino casa mia».
La tua carriera è stata legata principalmente con quella del Torino: che significato ha avuto per te vestire la maglia granata?
«Un onore. Posso dire di aver giocato e visto giocare ragazze che sono in nazionale. Panico mi ha regalato le mie prime scarpe a sei tacchetti».
Qual è il ricordo più bello che hai avuto con il Toro?
«Domanda difficile. Ho tantissimi ricordi belli. Potrei dire il primo gol in A, ma penso che ciò che non dimenticherò mai sarà la vittoria del Beppe Viola 2014, in diretta sulla rai, contro il Firenze. Vedere il proprio nome nella formazione iniziale su uno schermo fa un certo effetto».
Nel 2016 la svolta: vai al Caprera. Perché hai fatto questa scelta?
«L’idea di fare un’esperienza un anno fuori casa, in un posto di mare (non mi piacciono le grandi città)».
Questo è il tuo quinto anno e sei diventata un punto di riferimento del Caprera.
«L’esperienza di un anno poi si è prolungata per tanti motivi. Ho trovato lavoro, ho preso casa da sola, ora sono fidanzata con una persona di qua. La Maddalena è un’isola bellissima, le persone sono fantastiche».
Secondo te dove può arrivare il Caprera 2020/21?
«Sono insieme a Rossella Sau l’unica del gruppo del 2016. Quest’anno siamo un bel gruppo, manca qualche pedina che dovrebbe arrivare ma secondo me siamo più forti di quella squadra di cinque anni fa. Tante ragazze giovani e di talento. Possiamo fare bene».
Come lo stai vedendo il Girone A di Serie C?
«Conosco poche squadre. Il Torino è molto forte. Il Real meda contro cui abbiamo perso male la prima partita è una bea squadra. Lo Spezia è stato inferiore a noi, potevamo fare qualche altro gol. Delle altre conosco poco, ma con le qualità che abbiamo dobbiamo riscattare gli ultimi anni e arrivare in una buona posizione».
Giusto fermare il campionato?
«A dispiacere ci sono cose più importanti quali la salute. Ma tutto ciò era successo già mesi fa, secondo me i campionati nazionali con le precauzioni dovute ovviamente potrebbero continuare, o almeno adeguando a quello che fanno gli altri paesi».
Cosa pensi del calcio femminile italiano? E sul professionismo?
«Siamo partiti con vent’anni in ritardo. Quello che ha fatto la Juve, punto di riferimento ora, in Francia ad esempio già esiste da anni. Tante ragazze anche brave purtroppo rinunciano al calcio perché non riescono a coincidere lavoro o studio, e non essendo riconosciute o retribuite come professioniste purtroppo ciò che viene sacrificato è il calcio. Ci vorranno ancora un po’ di anni per arrivare ad alti livelli Europei».
Com’è la tua vita extra calcistica?
«Ho sempre lavorato in bar, passione anche quella ereditaria, pesco, faccio immersioni, vivo il mare praticamente. e amo la moto».
Cosa vedi nel tuo futuro?
«Per ora finché qua coincide tutto, calcio lavoro e vita privata non penso muovermi. Ho trovato la mia dimensione. Voglio aprire un locale mio, spero di riuscirci, è il mio piccolo sogno».
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Caprera ed Enrica Lupo per la disponibilità.
Photo Credit: Andrea Nieddu