Il vero uomo conquista con la forza del suo cuore, non con quella delle mani
Uno slogan, bello, efficace, coerente come molti altri, purtroppo inascoltati. Racconta una verità imbarazzante, una presa di coscienza non facile per molti uomini, tant’è che le notizie di violenza contro le donne non sono più nemmeno notizie, ma macabra quotidianità. Da uomo prima, e da responsabile del movimento calcio femminile in Italia poi, non posso che sentire il peso di ogni schiaffo, di ogni pugno, di ogni omicidio. Le donne non sono proprietà di nessuno, se non di loro stesse, non sono la metà di niente, sono persone. Persone che troppo spesso, in nome di una ignoranza che si ammanta di presunta superiorità muscolare vengono sopraffatte, umiliate, ferite nel corpo e nella dignità.
La violenza sulle donne è subdola, felpata, spesso non gridata, produce lividi nell’anima oltre che nel corpo; si fa forza e cresce nel silenzio, nell’omertà e nel grigiore di quotidianità fatte di paura e sopruso. Violenza è anche uno sguardo non voluto, un apprezzamento volgare, un’attenzione non richiesta.
Noi diciamo basta.
La nostra lotta è quella di ogni donna che oggi deve ancora combattere contro questa oscena realtà.
Lo sport non è immune dal virus della violenza, che spesso cambia nome in discriminazione, ma mantiene inalterato il suo potenziale distruttivo.
Per tale motivo il Dipartimento Calcio Femminile, che mi onoro di rappresentare, sposa con decisione il progetto della ‘GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE’, partecipando attivamente con il messaggio lanciato dalle calciatrici che, il 26 e 27 Novembre prossimi, scenderanno in campo indossando al polso un nastro rosso, simbolo di passione, coraggio e volontà, ma anche del sangue innocente versato da uomini indegni di tale nome.
Un’idea forte come questa è fatta per crescere e fortificarsi, ed ecco che anche la Lega Pro, la Lega Serie B e tutte le squadre di Serie D abbracceranno il coro di no che si leva ormai da ogni angolo del mondo in cui ci sia un poco di civiltà e di uguaglianza: anche gli atleti indosseranno il braccialetto rosso, idealmente e
concretamente uniti alle loro colleghe del DCF ed alle donne tutte.
La violenza non si combatte con la violenza, ma con la cultura. Lo sport, il calcio, possono e devono essere palestra non solo del corpo, ma della persona tutta, insegnando i valori del rispetto di sé e dell’avversario, mai diverso, mai più debole, mai inferiore.
La nostra voce è quella delle donne che non possono gridare, il nostro slogan è quello della solidarietà, il nostro fine quello di un mondo dove la violenza sulle donne sia un orribile e doloroso ricordo.
Sandro Morgana
Delegato al Calcio Femminile FIGC-LND