Un anno dopo, stesso stadio, stesso tempo, nonostante oggi a Hjorring sia apparso nel pomeriggio un pallido sole a sostituire vento gelido e pioggia, stesso turno di Champions League e stesso stato febbrile per Milena Bertolini che guiderà stasera la squadra nella rifinitura pre partita:
“Visto che questa è una squadra molto scaramantica direi solo speriamo senza aggiungere altro” – esordisce l’allenatrice biancoblu nella conferenza pre gara.
Il morale della squadra sembra alto, con grande determinazione e concentrazione nell’aria.
“E’ importante crederci perché se vuoi ottenere dei risultati per prima cosa devi volerlo e crederci. La partita di mercoledì scorso ci ha dato delle indicazioni sul fatto che abbiamo le potenzialità per fare bene nonostante si parte in una situazione di svantaggio, sapendo che qua fare risultato è difficilissimo visto che nessuno ha vinto su questo campo in Champions League”.
Queste sensazioni che la squadra fa percepire possono nascere da una crescita in termini di consapevolezza europea? Non si è più in una competizione dove ci si sente estranei, ma di cui si iniziano a conoscere insidie ed opportunità.
“Più esperienze fai più consapevolezza acquisti, fa parte della crescita. E’ la terza edizione per noi, se ripenso all’esordio contro il Lione ricordo che avevamo paura addirittura di entrare al Rigamonti; adesso invece sta diventando la normalità. Se poi oltre ai risultati ci unisci prestazioni all’altezza questo aiuta ancor di più nella crescita”.
Come sta la squadra?
“Moralmente molto bene, fisicamente anche nonostante la trasferta di Jesi si stata impegnativa. Siamo queste, siamo pronte”.
Una cosa che non vorrebbe rivedere della partita di andata ed una che invece vorrebbe rivedere.
“Non vorrei vedere quel timore reverenziale che abbiamo avuto all’inizio, ma che non si deve trasformare in un atteggiamento spregiudicato. Voglio rivedere la determinazione della ripresa, il carattere della squadra di una squadra rientrata in campo sotto di una rete ma che ha cercato di giocare, non stare chiusa e portare a casa il risultato”.
Bonansea questa mattina ha detto che, per quanto riguarda l’approccio alle partite, pesano forse i quarti di finale della passata stagione.
“Alle ragazze ho detto che il dobbiamo vincere non esiste nel calcio, il fatto che vogliamo vincere cambia completamente. I quarti possono pesare, ma questo peso va tolto subito, essere agli ottavi per noi e per il nostro calcio è già un grande risultato. Non pensiamo domani sia facile, dobbiamo essere realiste, consapevoli che possiamo fare bene, ma attraverso una consapevolezza dell’avversario che abbiamo di fronte, attraverso un approccio umile e attraverso il dare il 110% con speriamo un pizzico di fortuna a nostro favore negli episodi chiave che serve sempre”.
Che partita si aspetta da parte del Fortuna?
“Non lo so, credo che loro ci temano anche in virtù dello scorso anno, ci aspetteranno puntando sul contropiede e sulla forza fisica di alcune loro calciatrici che negli spazi possono essere devastanti”.
Nella partita di andata il Fortuna ha avuto uno sviluppo di gioco che ha visto un grande attendismo in fase di impostazione, con gran giro palla difensivo, per cercare poi la giocata giusta in avanti. Come può, il Brescia, girare questo elemento a proprio favore?
“Innanzitutto dobbiamo essere corte, vicine e compatte, muoverci come squadra ed in funzione della palla. Questo è l’atteggiamento da avere, l’attaccarle più basse o alte è relativo, cambia in funzione della partita e del risultato. Ma se ci aiuteremo l’un l’altra senza farci prendere dalla frenesia allora potremo fare bene”.
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