Giuseppe Marino, allenatore del Napoli Femminile, si è collegato in diretta con i microfoni di TMW Radio, intervenendo nel corso della trasmissione Stadio Aperto: “Purtroppo fa male sapere che abbiamo giocato bene, perché nel calcio contano risultati e classifiche. La verità è che comunque proviamo ad arrivarci passando dalle prestazioni. L’inizio è stato difficoltoso per varie situazioni legate anche al Covid, che ci ha fatto avere una rosa un po’ ristretta: alcune calciatrici non sono potute arrivare. Ho comunque avuto la fortuna di allenare un gruppo spettacolare di ragazze: nonostante le difficoltà sanno che questa è la squadra giusta, e senza parlare di ciò che non abbiamo potuto avere, vedi due volte la stessa formazione o i problemi in difesa. Ho un gruppo umile di calciatrici che si sono messe a disposizione e tutte insieme stanno remando per uscire dalle difficoltà: sono certo che passeranno presto, tutte le prestazioni sono state più che sufficienti, pur avendo sbagliato qualcosa. Lavoriamo quotidianamente per curare questi piccoli dettagli”.
Quali le differenze trovate nel passare dalla Serie B alla A?
“Cambia l’atteggiamento, l’intensità di gioco, la fisicità e l’organizzazione tattica del collettivo. Abbiamo pagato il fatto che sia stata completamente cambiata la rosa, e che il campionato sia stato cominciato senza poter fare amichevoli. Poi abbiamo francesi, spagnole, inglesi… Qualche problema di comunicazione e conoscenza del calcio italiano l’abbiamo avuto. L’unione di tutte queste cose ha portato alle difficoltà iniziali. E tranne l’Empoli, guardate che quelle squadre che hanno cominciato meglio sono quelle che hanno cambiato poco”.
Come supererete i vari infortuni, specie in attacco?
“Ci hanno portati a cambiare qualcosa. Ma sono sicuro che il recupero della Goldoni possa portarci tanto, così come la nuova attaccante bulgara. Cerchiamo di sopperire a queste mancanze”.
La presidenza la fa lavorare bene?
“Per un tecnico è importantissimo sapere di avere una società così forte alle spalle. Guardando classifica e risultati, chi non vede le partite può pensare a cose non veritiere. La tranquillità mi viene data quotidianamente da questa società che crede nel lavoro, e io vorrei far crescere globalmente le mie atlete. Non vogliamo più stare in certi posti, e il supporto dello staff diventa fondamentale”.
Pensa di aver trovato la sua squadra, adesso?
“Credo poco nello schieramento numerico e nel sistema di gioco in sé e per sé, nei numeri. Lavoro per principi, e vorrei una squadra che interpreti la partita: è una cosa che esce alla lunga: a prescindere dai moduli, le ragazze hanno sempre offerto ottime prestazioni. Quasi nessuna squadra ci ha dominati, tralasciando le statistiche: forse solo con la Fiorentina abbiamo un po’ mollato dopo aver preso il 3-1”.
L’8 dicembre arriverà il Milan. Esame proibitivo?
“Volevo che fossimo noi ad aver dato la dimostrazione che nessun risultato è scontato, ma l’ha fatto il Verona. Per le prestazioni che abbiamo avuto, dobbiamo dare qualcosina in più, senza quei cali di fine partita che ci portano a vanificare tutto. Siamo consapevoli della loro forza e li rispettiamo, ma se facciamo quello che ci riesce possiamo fare risultato con tutti”.
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