L’Unione Sportiva Città di Pontedera è una società nata nel 1910 a Pontedera, in provincia di Pisa, anche la sua ultima incarnazione societaria è del 2010. Nel suo palmarès la squadra può vantare la conquista di un Torneo Anglo-Italiano vinto nel 1985.
La squadra maschile milita nel girone A di Serie C, mentre quella femminile nella Serie B. Quest’ultima formazione ha come obiettivo la permanenza in cadetteria, e per questo si è affidata soprattutto alla centrocampista Sandy Iannella: è lei la protagonista di questa nostra intervista.
Sandy cosa ti ha portato a scegliere il calcio?
«La mia passione è nata fin da piccolina, ho iniziato a giocare a calcio a cinque anni. Non so cosa mi abbia spinto, ma perché l’avevo dentro. Quando i miei genitori e mia nonna l’avevano capito mi hanno portato ad iniziare a giocare coi maschietti nella scuola calcio e da lì è partito il mio percorso».
Qual è il tuo giocatore o la tua giocatrice di riferimento?
«Come calciatori da piccolina mi piacevano Davids e Weah, perché io essendo milanista ho sempre ammirato il vecchio Milan. Poi ho cercato sempre di cogliere quelli i punti forti delle campionesse con le quali ho giocato insieme».
Per tanti anni sei stata un elemento imprescindibile della Torres: elencaci i tre momenti top vissuti a Sassari.
«Il primo è quando la società mi ha contattato e quando sono arrivata a Sassari, coronando il sogno di giocare in Serie A, poi la Coppa Italia che è stato il primo trofeo vinto, infine il primo scudetto, anche se quelli tre vinti di fila e giocare la partita in Champions League hanno avuto un certo sapore».
Hai indossato per tre stagioni la divisa del Sassuolo: dal tuo punto di vista le neroverdi saranno la sorpresa della Serie A 20/21?
«Spero di sì, perché è una società che merita di stare al livello delle grandi, che crede nelle giovani. Quest’anno hanno fatto una grande campagna acquisti, però sono anche sfortunati per via degli infortuni gravi, così come è successo alla loro capitana Parisi, sulla quale il mister ci puntava molto. Con Piovani sono sempre in contatto. Mi auguro che facciamo un grande anno».
L’anno scorso avevi deciso di ritirarti, ma poi ci hai ripensato: quali sono stati i motivi di questa scelta?
«È stata una scelta ponderata: non volevo chiudere la mia carriera da infortunata, quindi l’anno dopo mi sono rimessa in gioco per cercare un posto in Nazionale al Mondiale. La mia decisione sarebbe stata quella di finire la stagione, andare ai Mondiali e chiuderla qui, perché c’erano altre scelte importanti di vita da prendere, come quello di tornare a casa e fare progetti di famiglia (la giocatrice si appena è sposata con Marco Zaccagna, ndr).Perciò avevo deciso di appendere le scarpette al chiodo e pensare ad altro. L’anno dopo mi sono arrivate tante richieste, su tutte quella del presidente della Torres, con la quale ho una grande amicizia, che mi ha chiesto di dare una mano alla squadra per salire in B: alla fine ho deciso di ripartire».
Cosa ti ha portato a scegliere la maglia del Pontedera?
«Il mister Ulivieri, con il quale sono stata in contatto con lui per tanti anni, mi ha cercato insistentemente, per un mese e mezzo ha fatto spola tra casa sua e Livorno per convincermi a far parte della loro squadra e del progetto, e alla fine ho accettato di andare a Pontedera, perché soprattutto non intaccava con quelle priorità che mi ero data».
Con le granata non sono andate bene le prime due giornate: quali possono essere, secondo te, le cose da aggiustare?
«Abbiamo incontrato due formazioni molto organizzate: la Lazio ha costruito una squadra fatta per vincere il campionato, mentre il Tavagnacco, nonostante fosse possiede una formazione giovane, ha fatto tanti anni in A. Se nella prima partita siamo state sfortunate, perché abbiamo perso per espulsione il nostro portiere e non avevano l’altra perché infortunata, nella seconda gara invece abbiamo capito che quello che il mister chiede, ovvero quello di fare il nostro gioco ed esprimere le nostre potenzialità, allora possiamo giocarcela. Certo, manca di esperienza, visto che ha sempre militato in categorie inferiori, ma è il campo a far sempre aumentare la squadra di livello».
Come valuti questa Serie B?
«Questa Serie B la reputo più competitiva rispetto agli anni passati, visto che molte squadre vogliono salire in Serie A, numerose giocatrici importanti che in A non avevano spazio sono scese di categoria per rimettersi in gioco. Sarà un campionato tosto e difficile, ma anche bello».
Ti piace il valore che sta ricevendo adesso la Nazionale femminile?
«Sicuramente sono stati fatti passi in avanti e il Mondiale è stato importante, ma deve essere un trampolino di lancio, ma il distacco con le nazionali estere è sempre più alto. Spero che la Nazionale si qualifichi agli Europei. Mi auguro che non sia un fuoco di paglia, perché dobbiamo ancora conquistare il popolo italiano».
Secondo te dove può migliorare il calcio femminile italiano?
«Abbiamo fatto passi in avanti con le strutture e organizzazione, anche se le società piccoline faranno fatica: spero non spariscano, ma ho questo dubbio. L’investimento delle società maschili potrebbe far crescere il calcio femminile, mettendo a disposizione in egual modo i maschi e le femmine, solo così potrà crescere questo movimento. A parte le prime della classe, mi auguro che la Federazione aiuti altre società, soprattutto a livello monetario, altrimenti si torna indietro».
Professionismo nel calcio femminile dal 2022: condividi la scelta?
«Il calcio femminile deve essere messo alla pari di quello maschile, più che altro per avere gli stessi diritti. Io spero che questo salto ci porti a fare un passo importante, vedremo se questa scelta porti aria buona».
Come sei fuori dal campo?
«Sono una persona tranquilla, solare e umile, ma in realtà come lo sono sia fuori che dentro. Sono altruista, che cerca di vedere il lato positivo delle cose e che si dà degli obiettivi».
Sei felice di aver raggiunto i tuoi obiettivi che ti sei prefissata?
«Calcisticamente ho fatto una carriera molto dignitosa: certo se fossi nata qualche anno dopo avrei colto di più ma di sicuro sono molto contenta di aver raggiunto quegli obiettivi che mi sono posta in questi anni, mentre a livello personale sto cercando ancora di realizzarmi il più possibile, perché è difficile trovare un’altra passione diversa dal calcio, per cui sto cercando in tutti i modi di realizzarmi anche nella vita normale».
Che cosa ci aspettiamo nel tuo prossimo futuro?
«Sinceramente mi sto godendo giorno per giorno questa nuova sfida tranquillamente, perché non devo dimostrare niente a nessuno: mi auguro di centrare con il Pontedera la salvezza. Personalmente mi auguro di avere una vita piena di salute, magari allargarla per avere un bambino e coronare questo altro sogno».
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia l’US Città di Pontedera e Sandy Iannella per la disponibilità.
Photo Credit: US Città di Pontedera CF