Il 9 agosto è nata Eva. Come la prima donna, un nome non banale. La neo mamma è Alice Pignagnoli, il portiere del Cesena femminile. Una bella storia che inizia a novembre. Con una brutta botta in testa. “Al 90’ perdevamo 2-1 contro la Roma, calcio d’angolo per noi. Ho chiesto al mister di poter aiutare le mie compagne e sono andata nell’area avversaria. La palla è arrivata, insieme, anche una ginocchiata in faccia. E sono svenuta. La mattina dopo non stavo ancora bene –ricorda il portiere bianconero- e allora ho fatto alcuni esami”. Al collo non c’era niente, la notizia era un’altra. Inaspettata e bellissima: Alice era incinta. L’ha scoperto così, durante la sua ultima apparizione in campo. “Ero già di 6 settimane, ma ovviamente non lo sapevo”. E la bimba stava bene. “Da subito ho capito che sarebbe stata forte”. All’inizio non è stato facile. “Mio marito era felice, ma io continuavo a piangere per il fatto di dover interrompere l’attività sportiva. Un ruolo fondamentale hanno avuto in quel momento le mie compagne che mi hanno sempre sostenuta ed incoraggiata. E anche la mia società che, da subito ,mi ha fatto capire che l’intenzione non era quella di scaricarmi”.
Sì perché il calcio femminile è dilettante e, ad un’atleta non professionista, nulla è dovuto in caso di maternità. Alice è stata fortunata. Il suo club l’ha vista come “una risorsa”, spiega il portiere classe 1988 che ha giocato anche con Milan e Torres, con cui ha esordito in Champions League, vincendo poi Scudetto e Supercoppa Italiana. “Mi sono sentita protetta e mi sono detta che, anche a livello sportivo, si poteva fare. Mi sono allenata fino al settimo mese di gravidanza facendo lo stesso lavoro delle mie compagne, tranne la parte aerobica. La bambina, che adesso ha poco più di mese, non sta tranquilla se non è in movimento…”. Le crediamo. Anche perché mamma Alice non si è praticamente mai fermata, fino al giorno del parto. “Eva è nata con un cesareo, non è stato semplice, ma alla fine è andato tutto bene”. E nella lista nascita c’era già un regalo: glielo aveva fatto in anticipo il Cesena, a giugno, rinnovandole il contratto. “Il clima di fiducia mi ha dato una forza enorme. Adesso non vedo l’ora di ripagare tutti tornando in campo prima possibile”.
Adesso fa la tifosa in tribuna. “Abbiamo perso il derby d’esordio con il Ravenna e strillavo come una pazza. Eva, in braccio, era d’accordo con me. Quest’anno il Cesena (che gioca in Serie B, ndr) ha allestito una bella squadra e vogliamo toglierci grandi soddisfazioni”. Tifosa da curva, ma per poco perchè già da oggi potrà tornare in campo, ad allenarsi con le compagne, dopo avere avuto il benestare dello staff medico. Campo&allattamento: un binomio non semplice, ma possibile, anche grazie alla nonna di Eva. “Per riuscire nell’impresa mi sono trasferita a Cesena con mia mamma: il suo aiuto sarà fondamentale visto che mio marito è rimasto a Reggio Emilia. Io non mi chiamo Alex Morgan”. Sì, perché in Italia diventare mamma senza essere atleta professioniste può essere un bel problema. Un primo passo avanti è stato fatto con la creazione di un fondo per il sostegno alla maternità finanziato dall’Ufficio per lo sport del Governo. La strada è ancora lunga. Ma il calcio femminile sta crescendo e allora bisogna essere ottimiste. “Quando ho iniziato io dovevo cambiarmi nello spogliatoio dei maschietti. Oggi è tutto diverso”. D’altra parte Eva ha già provato i guanti di mamma Alice. “Deciderà lei cosa fare da grande, sicuramente crescerà in mezzo ai palloni e –conclude Alice con un sorriso-non so se ci sarà tanto spazio per fare la ballerina”.
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